Ipotiroidismo: cause e sintomi

Ipotiroidismo: cause e sintomi

L’ipotiroidismo rappresenta una delle patologie endocrine più diffuse al mondo, caratterizzata da una ridotta funzionalità della ghiandola tiroidea con conseguente diminuzione della produzione di ormoni tiroidei.

Ipotiroidismo: perché è importante conoscerlo

Questa condizione colpisce circa il 5% della popolazione generale, con una prevalenza maggiore nelle donne e negli anziani. Conoscere l’ipotiroidismo, i suoi sintomi e le possibili cause è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo che possa prevenire le complicanze associate a questa patologia.

La tiroide, piccola ghiandola a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo, svolge un ruolo cruciale nel regolare il metabolismo, l’energia, la temperatura corporea e il funzionamento di numerosi organi. Quando questa ghiandola non produce quantità sufficienti di ormoni tiroidei, si verifica un rallentamento generale delle funzioni corporee che può manifestarsi attraverso una vasta gamma di sintomi.

È importante sottolineare però che nonostante l’ipotiroidismo sia una condizione cronica, con un trattamento adeguato e costante è possibile condurre una vita normale e in piena salute.

Come funzionano gli ormoni tiroidei

Per comprendere l’ipotiroidismo è necessario conoscere il funzionamento normale della ghiandola tiroidea. La tiroide produce principalmente due ormoni: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Questi ormoni tiroidei regolano il metabolismo cellulare e influenzano praticamente ogni cellula del corpo.

La produzione degli ormoni tiroidei è controllata dall’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide:

  1. L’ipotalamo, una regione del cervello, produce l’ormone TRH (ormone di rilascio della tireotropina);
  2. Il TRH stimola l’ipofisi a rilasciare TSH (ormone stimolante la tiroide);
  3. Il TSH, a sua volta, stimola la ghiandola tiroidea a produrre e rilasciare T3 e T4;
  4. I livelli di T3 e T4 nel sangue regolano, attraverso un meccanismo di feedback negativo, la produzione di TRH e TSH.

La tiroxina (T4) è l’ormone prodotto in maggiore quantità dalla tiroide, ma agisce principalmente come pro-ormone, perché nei tessuti periferici viene trasformata nella sua forma attiva, la triiodotironina (T3). Per sintetizzare questi ormoni, la tiroide ha bisogno di iodio, un oligoelemento essenziale che deve essere assunto attraverso la dieta.

Gli ormoni tiroidei svolgono numerose funzioni vitali:

  • Regolano il metabolismo basale e la produzione di energia;
  • Controllano la temperatura corporea;
  • Influenzano la frequenza cardiaca e la contrattilità miocardica;
  • Sono essenziali per lo sviluppo cerebrale durante la vita fetale e l’infanzia;
  • Regolano la crescita e lo sviluppo dei tessuti;
  • Influenzano la funzione muscolare e il tono muscolare;
  • Contribuiscono alla regolazione del metabolismo lipidico e glucidico.

Quando la produzione di ormoni tiroidei è insufficiente, come accade nell’ipotiroidismo, tutte queste funzioni possono essere compromesse, determinando la comparsa dei sintomi caratteristici della patologia.

Ipotiroidismo: cos’è e quali sono le diverse forme

L’ipotiroidismo si definisce come una condizione patologica caratterizzata da livelli insufficienti di ormoni tiroidei circolanti o da una ridotta azione di questi ormoni a livello dei tessuti bersaglio. Dal punto di vista eziologico, possiamo distinguere diverse forme di ipotiroidismo:

Ipotiroidismo primario

L’ipotiroidismo primario rappresenta circa il 95% dei casi ed è dovuto a un problema intrinseco della ghiandola tiroidea che compromette la sua capacità di produrre ormoni in quantità adeguate. È caratterizzato da bassi livelli di T3 e T4 circolanti associati ad elevati livelli di TSH.

Ipotiroidismo secondario e terziario

L’ipotiroidismo secondario è causato da un’insufficiente produzione di TSH da parte dell’ipofisi, mentre l’ipotiroidismo terziario è dovuto a una mancata produzione di TRH da parte dell’ipotalamo. Queste forme sono molto più rare e spesso associate ad altre patologie ipofisarie o ipotalamiche.

Ipotiroidismo subclinico

L’ipotiroidismo subclinico è una condizione caratterizzata da livelli normali di T3 e T4, ma elevati livelli di TSH. Rappresenta una forma lieve o iniziale di disfunzione tiroidea che può progredire verso un ipotiroidismo franco o rimanere stabile nel tempo.

Ipotiroidismo congenito

L’ipotiroidismo congenito è presente alla nascita e può essere dovuto a un’anomalia nello sviluppo della ghiandola tiroidea o a difetti ereditari nella sintesi degli ormoni tiroidei. Se non diagnosticato e trattato tempestivamente, può causare gravi ritardi nello sviluppo fisico e mentale.

Le principali cause dell’ipotiroidismo

Le cause dell’ipotiroidismo sono molteplici e variano a seconda dell’età, del sesso e della posizione geografica. Di seguito analizziamo le più comuni:

Tiroidite autoimmune (Tiroidite di Hashimoto)

La tiroidite di Hashimoto è la causa più frequente di ipotiroidismo nei paesi sviluppati. È una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario produce anticorpi contro la tiroide, causando un’infiammazione cronica che gradualmente distrugge la ghiandola. È più comune nelle donne e può avere una componente genetica.

Carenza di iodio

La carenza di iodio rimane la causa principale di ipotiroidismo a livello mondiale, soprattutto nelle aree geografiche dove l’apporto di iodio con la dieta è insufficiente. Lo iodio è essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei, e la sua mancanza comporta l’ingrossamento della tiroide (gozzo) nel tentativo di compensare la ridotta produzione ormonale.

Farmaci

Alcuni farmaci possono interferire con la produzione o l’azione degli ormoni tiroidei, tra cui:

  • Amiodarone (farmaco antiaritmico);
  • Litio (utilizzato per disturbi bipolari);
  • Interferone alfa;
  • Alcuni chemioterapici.

Tiroidite post-partum

Si tratta di una forma temporanea di tiroidite che può verificarsi dopo il parto in circa il 5-10% delle donne. Inizialmente può manifestarsi con sintomi di ipertiroidismo seguiti da una fase di ipotiroidismo che generalmente si risolve spontaneamente.

Altre cause

  • Tiroiditi (subacuta, silente, da radiazioni);
  • Malattie ipofisarie o ipotalamiche;
  • Anomalie congenite della tiroide;
  • Malattie infiltrative (amiloidosi, sarcoidosi);
  • Deficit enzimatici congeniti nella sintesi degli ormoni tiroidei;
  • Esposizione a sostanze che interferiscono con la funzione tiroidea.

Sintomi dell’ipotiroidismo: come riconoscerlo

I sintomi dell’ipotiroidismo sono spesso subdoli e aspecifici, e possono svilupparsi gradualmente nel corso di anni. La loro gravità dipende dalla durata e dall’intensità della carenza ormonale. È importante notare che i sintomi possono variare considerevolmente da persona a persona.

Sintomi generali

  • Stanchezza e debolezza persistenti;
  • Intolleranza al freddo;
  • Aumento di peso nonostante ridotto apporto calorico;
  • Rallentamento del metsbolismo; Approfondisci il legame tra tiroide e sovrappeso in questo articolo dedicato.
  • Sonnolenza diurna.

Sintomi cutanei e annessi

  • Pelle secca, pallida e fredda;
  • Capelli fragili e diradati;
  • Unghie fragili e striate;
  • Edema del viso e delle palpebre (mixedema);
  • Sudorazione ridotta.

Sintomi cardiovascolari

  • Bradicardia (rallentamento della frequenza cardiaca);
  • Lieve ipertensione;
  • Aumento del colesterolo nel sangue;
  • Edemi periferici (gonfiore alle caviglie).

Sintomi gastrointestinali

  • Stipsi cronica;
  • Riduzione dell’appetito;
  • Distensione addominale;
  • Rallentamento della digestione.

Sintomi neuromuscolari

  • Riduzione dei riflessi;
  • Debolezza muscolare;
  • Crampi muscolari;
  • Parestesie (formicolii, sensazione di punture di spilli);
  • Sindrome del tunnel carpale.

Sintomi neurologici e psichiatrici

  • Rallentamento psicomotorio;
  • Difficoltà di concentrazione e memoria;
  • Depressione;
  • Irritabilità;
  • Disturbi del sonno.

Tiroide: sintomi nelle donne

Le donne sono particolarmente suscettibili all’ipotiroidismo e possono manifestare alcuni sintomi specifici:

  • Alterazioni del ciclo mestruale (oligomenorrea, menorragia);
  • Infertilità o difficoltà a concepire;
  • Aumentato rischio di aborti spontanei;
  • Galattorrea (secrezione di latte non associata all’allattamento);
  • Diminuzione della libido;
  • Sintomi che mimano la sindrome premestruale o la menopausa.

È importante sottolineare che molti di questi sintomi possono essere comuni anche ad altre condizioni mediche, rendendo talvolta difficile la diagnosi basata solo sulla presentazione clinica. Per questo motivo, in presenza di sintomi sospetti, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per effettuare gli opportuni esami diagnostici.

Diagnosi dell’ipotiroidismo

La diagnosi di ipotiroidismo si basa su diversi elementi:

Anamnesi ed esame obiettivo

Il medico raccoglie informazioni sui sintomi presenti, sulla storia familiare e personale del paziente e sulle eventuali patologie concomitanti. L’esame obiettivo può evidenziare segni caratteristici come rallentamento psicomotorio, cute secca, bradicardia o ingrossamento della tiroide.

Esami di laboratorio

  • TSH sierico: è il test più sensibile per la diagnosi di ipotiroidismo primario. Valori elevati di TSH suggeriscono un ipotiroidismo, poiché l’ipofisi cerca di stimolare una tiroide poco funzionante.
  • FT4 (tiroxina libera): livelli ridotti di FT4 confermano la diagnosi di ipotiroidismo.
  • FT3 (triiodotironina libera): generalmente misurata quando i risultati di TSH e FT4 non sono conclusivi.
  • Anticorpi anti-tiroide: la presenza di anticorpi anti-tireoperossidasi (anti-TPO) o anti-tireoglobulina (anti-Tg) suggerisce una tiroidite autoimmune.

Esami strumentali

  • Ecografia tiroidea: consente di valutare le dimensioni, la struttura e la vascolarizzazione della ghiandola tiroidea.
  • Scintigrafia tiroidea: può essere utile in casi selezionati per valutare la funzionalità della ghiandola.

Cura ipotiroidismo: le terapie disponibili

Il trattamento dell’ipotiroidismo mira a ripristinare normali livelli di ormoni tiroidei attraverso la terapia sostitutiva.

Levotiroxina: la base delle cure dell’ipotiroidismo

Il cardine della terapia è rappresentato dalla levotiroxina (T4 sintetica), che viene convertita in T3 nei tessuti periferici, mimando così la fisiologia normale. La levotiroxina è disponibile in vari formati come compresse o gocce da assumere quotidianamente, preferibilmente al mattino a digiuno.

La dose iniziale varia in base all’età, al peso corporeo, alla presenza di malattie cardiache e alla gravità dell’ipotiroidismo. Negli anziani e nei pazienti con malattie cardiovascolari, si consiglia di iniziare con dosi basse che vengono gradualmente aumentate.

Il dosaggio viene aggiustato sulla base dei controlli periodici dei livelli di TSH, che dovrebbero essere mantenuti entro i limiti di normalità. Generalmente, il primo controllo avviene dopo 6-8 settimane dall’inizio della terapia o dopo ogni modifica del dosaggio.

Monitoraggio e follow-up

Una volta raggiunto il dosaggio ottimale, è necessario un monitoraggio periodico (generalmente annuale) per verificare che i livelli ormonali rimangano nel range normale. Alcune situazioni possono richiedere un aggiustamento della dose:

  • Gravidanza (il fabbisogno di tiroxina aumenta);
  • Variazioni significative di peso;
  • Invecchiamento;
  • Introduzione o sospensione di altri farmaci che possono interferire con l’assorbimento o il metabolismo della levotiroxina.

Altre considerazioni terapeutiche

  • Supplementazione di iodio: nei casi di ipotiroidismo dovuto a carenza iodica, può essere raccomandata l’assunzione di iodio attraverso sale iodato o integratori.
  • Trattamento delle comorbidità: è importante trattare anche le condizioni associate all’ipotiroidismo, come l’ipercolesterolemia o la depressione.
  • Medicina complementare: non esistono evidenze scientifiche solide a supporto di trattamenti alternativi per l’ipotiroidismo. L’uso di preparati a base di estratti tiroidei di origine animale non è raccomandato per la variabilità del contenuto ormonale.

Prevenzione e gestione dell’ipotiroidismo

Sebbene non sia sempre possibile prevenire l’ipotiroidismo, specialmente nelle forme autoimmuni, alcune strategie possono ridurre il rischio o facilitare la gestione della condizione:

Adeguato apporto di iodio

Assicurarsi un apporto adeguato di iodio attraverso la dieta è fondamentale per prevenire l’ipotiroidismo da carenza iodica. Le principali fonti alimentari di iodio includono:

  • Pesce e frutti di mare
  • Sale iodato
  • Latticini
  • Uova

Nei paesi sviluppati, la iodioprofilassi attraverso l’uso di sale iodato ha ridotto drasticamente l’incidenza di gozzo e ipotiroidismo da carenza iodica.

Screening in categorie a rischio

Uno screening periodico della funzionalità tiroidea è raccomandato in alcune categorie di soggetti a rischio:

  • Donne in gravidanza o che programmano una gravidanza;
  • Donne sopra i 60 anni;
  • Persone con storia familiare di malattie tiroidee;
  • Persone con altre malattie autoimmuni (diabete tipo 1, celiachia, vitiligine, etc.);
  • Pazienti sottoposti a radioterapia del collo;
  • Persone con sindrome di Down o Turner.

Differenze tra ipotiroidismo e ipertiroidismo: sintomi a confronto

È importante saper distinguere l’ipotiroidismo dall’ipertiroidismo, ovvero una condizione caratterizzata da un eccesso di ormoni tiroidei.

Sintomi da ipertiroidismo

Al contrario dell’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo si manifesta con:

  • Perdita di peso nonostante aumento dell’appetito;
  • Tachicardia (accelerazione della frequenza cardiaca);
  • Intolleranza al caldo;
  • Sudorazione eccessiva;
  • Tremori;
  • Ansia, irritabilità, insonnia;
  • Iperattività;
  • Debolezza muscolare;
  • Diarrea o aumento della frequenza dell’alvo;
  • Irregolarità mestruali (oligomenorrea o amenorrea);
  • Esoftalmo (protrusione degli occhi) in caso di malattia di Graves.

La diagnosi differenziale tra le due condizioni si basa sui livelli di TSH e ormoni tiroidei: nell’ipertiroidismo il TSH è soppresso mentre T3 e T4 sono elevati; nell’ipotiroidismo il TSH è elevato mentre T3 e T4 sono ridotti.

Ipotiroidismo: l’importanza della diagnosi precoce e del trattamento adeguato

L’ipotiroidismo è una condizione cronica che, se non diagnosticata e trattata adeguatamente, può compromettere significativamente la qualità della vita e, nei casi più gravi, può portare a complicanze serie come il coma mixedematoso.

La buona notizia è che, con la terapia sostitutiva con levotiroxina, la maggior parte dei pazienti può condurre una vita normale senza limitazioni significative. La chiave del successo terapeutico risiede nella regolarità dell’assunzione della terapia e nei controlli periodici.

È fondamentale rivolgersi sempre al proprio medico in presenza di sintomi sospetti. Solo attraverso un’appropriata valutazione clinica e gli esami di laboratorio è possibile giungere a una diagnosi corretta e impostare una terapia personalizzata.

Infine, è importante sottolineare che la gestione dell’ipotiroidismo richiede un approccio globale che includa non solo la terapia farmacologica ma anche l’adozione di uno stile di vita sano.

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