Tiroide e sovrappeso: una relazione complessa

Tiroide e sovrappeso: una relazione complessa

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo, ma, nonostante le sue dimensioni, svolge un ruolo fondamentale nel funzionamento del metabolismo corporeo, attraverso la produzione di ormoni. Oggi i disturbi della tiroide sono sempre più comuni, con tantissime persone che soffrono di disfunzioni tiroidee spesso anche senza saperlo. 

Se questa ghiandola non funziona adeguatamente, ne viene influenzato anche il peso corporeo. Per tale ragione, infatti, esiste una stretta correlazione tra tiroide e sovrappeso ed obesità. 

Gli ormoni tiroidei, infatti,  regolano la velocità con cui il nostro organismo consuma energia. Quando è presenta un’alterazione, possono manifestarsi diversi sintomi fisici e metabolici. 

Tiroide: struttura e funzione

La tiroide è una ghiandola endocrina che pesa circa 20-25 grammi nell’adulto a forma di farfalla.  Situata nella parte anteriore del collo, è caratterizzata da due lobi connessi da un istmo.

Nonostante le sue dimensioni ridotte, svolge numerose funzioni di regolazione dei processi vitali dell’organismo. In particolare, produce e rilascia nel sangue ormoni tiroidei, che influenzano il funzionamento delle cellule, il battito cardiaco, la temperatura corporea, la digestione e il consumo di energia. 

  1. Tiroxina (T4)

La tiroide tiroxina (T4) è l’ormone prodotto in quantità maggiore dalla tiroide (rappresenta circa l’80% della produzione di questa ghiandola). La T4 è considerata un pro-ormone, ovvero un precursore dell’ormone T3.  Un’adeguata presenza di T4 nel sangue è, dunque, fondamentale per garantire una corretta produzione di T3. 

  1. Triiodotironina (T3)

La triiodotironina (T3) è la forma metabolicamente  e biologicamente attiva degli ormoni tiroidei. È responsabile della maggior parte del metabolismo cellulare e regola la velocità con cui le cellule trasformano i nutrienti in energia. 

  1. Ormone tireotropo (TSH)

La produzione di questi ormoni da parte della tiroide è regolata da un particolare meccanismo che coinvolge l’ormone tireotropo (TSH), prodotto dall’ipofisi anteriore. Quest’ultima è una ghiandola situata alla base del cervello. 

Nello specifico il TSH è coinvolto nei processi di captazione dello iodio, sintesi e rilascio degli ormoni tiroidei e sviluppo della ghiandola tiroidea. 

Se i livelli di T3 e T4 nel sangue sono troppo bassi, l’ipofisi aumenta la produzione di TSH per stimolare la tiroide a produrre più ormoni, se T3 e T4 sono troppo elevati, il TSH viene ridotto.

Si considerano normali i livelli di TSH compresi tra 0,4 e 4,0 mIU/L. Valori elevati di TSH possono indicare un ipotiroidismo, mentre valori elevati di TSH potrebbe essere la manifestazione di un ipertiroidismo. 

  1. Il complesso sistema ipotalamo-ipofisi-tiroide

La produzione degli ormoni tiroidei, dunque, non coinvolge soltanto la tiroide, ma è inserita in un  meccanismo regolato da tre strutture principali: 

  • ipotalamo, che secerne l’ormone di rilascio della tireotropina (TRH)
  • ipofisi, che rilascia l’ormone tireotropo (TSH)
  • tiroide, che produce gli ormoni T3 e T4. 

Tiroide e metabolismo: gli effetti metabolici degli ormoni tiroidei

Per metabolismo intendiamo l’insieme dei processi che permettono all’organismo di trasformare il cibo in energia. La tiroide, attraverso l’azione dei suoi ormoni, influenza notevolmente i meccanismi metabolici e non solo. In particolare, 

  • regola il metabolismo basale 
  • contribuisce alla termoregolazione 
  • influenza crescita e sviluppo cerebrale durante la vita fetale e l’infanzia 
  • regola la frequenza cardiaca e la contrattilità del miocardio. 

La loro azione è estremamente importante anche per il bilancio energetico: 

  • stimolano la termogenesi nei tessuti 
  • regolano l’appetito e la sazietà 
  • promuovono la lipolisi
  • collaborano con insulina, leptina e altri ormoni coinvolti nella regolazione del peso corporeo.

La tiroxina e il controllo del peso

La tiroxina (T4) ha un’azione anche verso la regolazione del peso corporeo soprattutto attraverso la sua conversione in T3. L’ormone T3, infatti, aumenta il metabolismo basale. 

Quando si verifica una produzione insufficiente di T4 e di conseguenza di T3 può rallentare significativamente il metabolismo, predisponendo all’aumento ponderale anche in presenza di un corretto stile di vita. 

  1. Tiroide e sovrappeso

In caso di ipotiroidismo, quindi di produzione insufficiente di ormoni tiroidei, il corpo brucia meno calorie e questo può portare a un aumento di peso, ritenzione idrica e senso di affaticamento. 

Quando parliamo di ipotiroidismo lieve o moderato, l’aumento di peso si aggira attorno ai 2-5 kg circa. Ovviamente il sovrappeso e l’obesità non sono sempre collegati al malfunzionamento della tiroide. Spesso è lo stile di vita scorretto ad esserne la causa primaria. Le indagini circa il legame tra sovrappeso e problemi tiroidei, generalmente, viene ricondotto ad un insieme di altri sintomi, come stanchezza, pelle secca, freddolosità, oltre l’aumento di peso.  

Vi sono, però, anche delle cause indirette. L’ipotiroidismo, ad esempio, può influire anche sull’umore, portando a depressione e apatia. Queste condizioni influenzano spesso sul benessere generale, riducendo la motivazione a svolgere attività fisica o a seguire una corretta alimentazione. 

  1. Ipotiroidismo

Come detto in precedenza, l’ipotiroidismo è causato da un malfunzionamento della tiroide nella produzione di ormoni. Sussiste, infatti, una produzione insufficiente. Quando i livelli di T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina) sono troppo bassi, l’intero organismo rallenta. 

Cause dell’ipotiroidismo

L’ipotiroidismo può essere congenito o acquisito, transitorio o permanente. Le cause più comuni sono: 

  • tiroidite di Hashimoto – una malattia autoimmune congenita e permanente in cui il sistema immunitario attacca la tiroide; 
  • carenza di iodio – essenziale per la produzione di ormoni tiroidei
  • interventi chirurgici alla tiroide, come tiroidectomia totale o parziale
  • trattamenti con iodio radioattivo per l’ipertiroidismo
  • farmaci – alcuni medicinali possono interferire con la funzione tiroidea
  • tiroidite post-partum.

Sintomi dell’ipotiroidismo

I sintomi dell’ipotiroidismo solitamente si sviluppano gradualmente. Tra i più comuni vi sono: 

  • aumento di peso inspiegabile
  • stanchezza persistente e debolezza
  • sensibilità al freddo
  • depressione o sbalzi d’umore
  • pelle secca 
  • capelli e unghie fragili
  • rallentamento del battito cardiaco
  • stitichezza
  • voce rauca
  • difficoltà di concentrazione (“nebbia mentale”)
  • gonfiore del viso 
  • cicli mestruali irregolari o abbondanti. 

Ipotiroidismo e aumento di peso

In caso di ipotiroidismo, l’aumento ponderale è dovuto a diversi fattori:

Rallentamento del metabolismo basale

Il corpo consuma meno energie a riposo per mantenere le funzioni vitali. Questo accade anche con un’alimentazione invariata. 

Ritenzione idrica

Si verifica un accumulo di liquidi nei tessuti, soprattutto su viso, mani e piedi. Questo accade perché gli ormoni tiroidei regolano anche il drenaggio dei liquidi. 

Impatto sul metabolismo di carboidrati e grassi

Vi è la tendenza ad accumulare grasso corporeo più facilmente e a bruciare meno calorie durante l’attività fisica o anche in condizioni di riposo.

Diagnosi e trattamento dell’ipotiroidismo

Per diagnosticare l’ipotiroidismo il primo mezzo è un esame del sangue per misurare i livelli dell’ormone tireotropo (TSH), prodotto dall’ipofisi, e degli ormoni tiroidei T3 e T4. Un TSH elevato insieme a bassi livelli di T4 indica un ipotiroidismo primario.

Generalmente il trattamento prevede la somministrazione di levotiroxina, una forma sintetica di T4, che il corpo converte in T3. Il dosaggio viene deciso dal medico sulla base di diversi fattori, come i valori ormonali, il peso corporeo, l’età e la presenza di altre patologie. 

Attraverso un trattamento adeguato, è possibile migliorare i sintomi e stabilizzare nuovamente il metabolismo. 

  1. Ipertiroidismo

L’ipertiroidismo è caratterizzato da un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei (T3 e T4). Questa sovrapproduzione causa un’accelerazione generale del metabolismo e delle funzioni corporee. L’effetto principale che produce è, infatti, una perdita di peso, nonostante l’aumento dell’appetito.  

Cause dell’ipertiroidismo

La tiroide iperattiva può avere diverse cause, tra cui: 

  • il morbo di Basedow (o Graves) – la forma di ipertiroidismo più comune. Si tratta di una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario stimola in modo anomalo la tiroide a produrre ormoni in eccesso;
  • gozzo multinodulare tossico: – nella tiroide si formano noduli he producono ormoni autonomamente e in eccesso;
  • adenoma tossico: un singolo nodulo tiroideo iperfunzionante; 
  • tiroiditi: infiammazioni temporanee della tiroide che possono provocare un rilascio di ormoni immagazzinati; 
  • assunzione eccessiva di iodio. 

Sintomi dell’ipertiroidismo

L’ipertiroidismo presenta una molteplicità di sintomi, non sempre riconducibili direttamente a questa forma patologica. I più comuni sono: 

  • perdita di peso inspiegabile, a fronte di un aumento dell’appetito
  • tachicardia e palpitazioni
  • ansia, nervosismo e irritabilità
  • tremori alle mani
  • sudorazione eccessiva
  • intolleranza al caldo
  • insonnia e disturbi del sonno
  • diarrea 
  • debolezza muscolare
  • ciclo mestruale irregolare o amenorrea
  • gonfiore nella zona del collo (in presenza di gozzo)
  • occhi sporgenti (esoftalmo), solo in alcuni casi, soprattutto in presenza del morbo di Basedow
  • pelle sottile e capelli fragili.

Ipertiroidismo e perdita di peso

L’ipertiroidismo è tipicamente associato alla perdita ponderale, nonostante un appetito crescente. Questo si spiega con l’accelerazione del metabolismo basale causato dalla sovrapproduzione degli ormoni tiroidei. In questo modo un maggiore consumo energetico a riposo, un aumento della termogenesi ed un malassorbimento intestinale. 

Diagnosi e trattamento dell’ipertiroidismo

Come nel caso dell’ipotiroidismo, la diagnosi avviene attraverso esami del sangue che valutano la presenza di TSH (ormone tireostimolante) e degli ormoni tiroidei T3 e T4 nel sangue. 

In genere, un TSH molto basso associato a livelli elevati di T3 e T4 conferma la diagnosi. Gli esami del sangue possono essere associati anche ad un’ ecografia tiroidea o ad una scintigrafia tiroidea: per valutare l’attività dei noduli.

Per quanto riguarda, invece, il trattamento, si può agire attraverso modalità differenti, come la terapia farmacologica con farmaci antitiroidei come metimazolo o propiltiouracile che riducono la produzione di ormoni tiroidei, il trattamento con iodio radioattivo che distrugge le cellule iperattive o la chirurgia (tiroidectomia) per i casi gravi, nei noduli tossici o quando gli altri trattamenti non sono efficaci.

In molti casi, dopo il trattamento, il paziente può sviluppare un ipotiroidismo e necessitare quindi di terapia sostitutiva a base di levotiroxina.

  1. Tiroidite di Hashimoto

Non solo ipotiroidismo e ipertiroidismo. Esistono anche diverse forme di tiroidite. La tiroidite di Hashimoto è la forma più comune di ipotiroidismo nei paesi sviluppati ed è una malattia autoimmune. Il sistema immunitario attacca erroneamente la tiroide, causando un’infiammazione che più portare una ridotta produzione di ormoni tiroidei. 

Problemi tiroidei: alimentazione e stile di vita

La salute della tiroide risente anche delle scelte quotidiane che facciamo attraverso alimentazione, attività fisica, sonno e stile di vita in generale. 

  1. Alimentazione 

Una sana alimentazione può favorire il corretto funzionamento della ghiandola. Tra i nutrienti più importanti per la tiroide troviamo:

  • iodio: è essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei (T3 e T4). Si trova nel pesce di mare, nelle alghe, nelle uova e nei latticini. Attenzione però ad un consumo eccessivo. Se non assunto in quantità adeguate può peggiorare alcuni disturbi tiroidei.
  • selenio: ha un ruolo chiave nella conversione dell’ormone T4 in T3. Lo si trova in noci del Brasile, pesce, uova e semi.
  • zinco: supporta la funzione tiroidea. Lo si trova in carne rossa magra, legumi e semi.
  • vitamina D: patologie autoimmuni della tiroidi come la tiroidite di Hashimoto sono spesso associate ad una carenza di vitamina D. La si trova in pesce grasso e uova ed è inoltre necessario esporsi al sole. 
  1. Attività fisica 

Uno stile di vita attivo è fondamentale per contrastare gli effetti metabolici di una disfunzione tiroidea. L’attività fisica regolare, infatti, aiuta a stimolare il metabolismo, migliorare l’umore, stabilizzare i livelli di energia e gestire adeguatamente il peso corporeo. 

  1. Tiroide e gravidanza

La gravidanza rappresenta un momento particolarmente delicato per la tiroide e la sua funzionalità. In questo periodo, infatti, si assiste ad un aumentato fabbisogno di ormoni tiroidei. 

Di conseguenza, un ipotiroidismo in gravidanza può causare problemi e rischi importanti come aborto spontaneo, parto pretermine, preeclampsia, distacco di placenta e ritardo nello sviluppo neurologico fetale. 

In questi casi, le donne che presentano tale condizione vengono trattate con terapia farmacologica, attraverso l’assunzione di levotiroxina. 

È raccomandata la valutazione del TSH in tutte le donne in gravidanza, soprattutto in presenza di fattori di rischio.

Tiroide e peso corporeo: l’importanza di una gestione multidisciplinare

 Il legame tra tiroide e sovrappeso dimostra come il sistema endocrino sia tra i protagonisti del metabolismo e della composizione corporea. In presenza di una disfunzione della tiroide, è frequente vedere quanto sia frequente un’alterazione del peso corporeo e quanto sia più difficoltoso, in caso di ipotiroidismo, la perdita di peso. 

Occorre precisare, però, che se è vero che esiste una relazione tra aumento di peso e disfunzioni della tiroide, non può dire che siano la causa principale di obesità grave.  

Inoltre, grazie ad una diagnosi accurata e ad un trattamento appropriato, è oggi possibile normalizzare la funzionalità della tiroide, ripristinando anche un corretto metabolismo. Se alla terapia farmacologica viene associata un’adeguata strategia nutrizionale e di attività fisica, la perdita di peso è più efficace. 

Per gestire al meglio le patologie tiroidee è importante tener conto delle peculiarità di ogni singolo paziente, dei suoi obiettivi di salute e del suo stile di vita attuale. Attraverso questo approccio sarà così possibile migliorare significativamente la sua qualità della vita.