Diabete, sovrappeso e obesità: cause, tipi e sintomi

Diabete, sovrappeso e obesità: cause, tipi e sintomi

Obesità, sovrappeso e diabete: tre condizioni cliniche in continuo aumento. Sono preoccupanti i dati che fotografano la situazione attuale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 è in sovrappeso o è affetto dall’obesità (dati https://www.epicentro.iss.it/obesita/report-obesita-oms-2022) e circa 346 milioni sono le persone affette da diabete in tutto il mondo e i decessi per diabete sono destinati a raddoppiare tra il 2005 e il 2030 (dati https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/diabetes). 

Il diabete ha un impatto significativo sulla vita dei pazienti e la sua stretta correlazione con sovrappeso e obesità fa riflettere sull’urgenza della necessità di intervenire sulla prevenzione e la gestione di queste condizioni. 

Cos’è il diabete

Quando parliamo di diabete il riferimento è ad una malattia cronica che si caratterizza per l’eccessiva presenza di glucosio nel sangue (iperglicemia). La causa è riconducibile ad un’alterazione nella produzione o nell’utilizzo da parte del corpo dell’insulina, l’ormone che regola il metabolismo degli zuccheri. 

La caratteristica del diabete è il suo essere una condizione cronica e non un disturbo passeggero. Se non viene tenuta sotto controllo, può portare a conseguenze per il benessere di tutto l’organismo. 

A causa di questa condizione il meccanismo che regola il metabolismo dei carboidrati si inceppa. Ogni volta che ingeriamo carboidrati attraverso il cibo, questi vengono trasformati in glucosio e immessi nel sangue. L’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas, permette al glucosio di entrare nelle cellule ed essere utilizzato per le funzioni vitali. 

Nel caso del diabete di tipo 1 accade che il pancreas non produce abbastanza insulina, mentre nel caso del diabete di tipo 2 le cellule non rispondono più in modo adeguato all’ormone dell’insulina. In questi casi, il risultato è l’iperglicemia, cioè un accumulo di glucosio nel sangue. 

Per valutare una situazione di iperglicemia si fa riferimento ai livelli di zucchero nel sangue. Si definisce normoglicemia una condizione in cui i valori si attestano sui circa 70-99 mg/dL a digiuno, mentre iperglicemia quando questi valori superano i 126 mg/dL a digiuno o i 200 mg/dL due ore dopo un pasto. 

Il diabete coinvolge metabolismo, ormoni e organi vitali. Comprenderne i meccanismi è essenziale per prevenirlo e gestirlo con efficacia.

Sovrappeso e obesità e il legame con il diabete

Sovrappeso e obesità sono considerati due importanti fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Sono in realtà due condizioni che si autoalimentano attraverso un meccanismo bidirezionale. 

Per sovrappeso intendiamo una condizione in cui l’Indice di Massa Corporea (IMC) è compreso tra 25 e 29,9, mentre si parla di obesità quando l’IMC supera i 30. Ciò che però fa la differenza nella maggiore probabilità di sviluppare diabete non è soltanto l’IMC, ma l’accumulo di grasso viscerale, cioè il tessuto adiposo concentrato nella zona addominale e attorno agli organi interni. 

Questo perché di adipociti, le cellule che compongono il grasso, producono e rilasciano sostanze pro-infiammatorie come le citochine e le adipochine, che agiscono sulla regolazione del metabolismo. 

Il grasso viscerale è molto pericoloso per la salute dell’individuo. Accelera la disfunzione pancreatica, altera il metabolismo dei lipidi e promuove la resistenza insulinica. 

Se il tessuto adiposo è in eccesso, si verifica un aumento dell’infiammazione e un’alterazione dei segnali ormonali con conseguente riduzione della capacità delle cellule a rispondere all’insulina, dando vita alla condizione di insulinoresistenza, che con il tempo può trasformarsi in diabete di tipo 2. 

Diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 e diabete gestazionale

Quando si parla di diabete non ci si riferisce ad una forma unica di questa condizione metabolica. Il termine infatti comprende diverse forme di diabete che si differenziano tra loro per cause, sintomi e trattamento. 

Diabete di tipo 1

Il diabete di tipo 1 rappresenta il 5-10% di tutti i casi di diabete. La sua insorgenza avviene specialmente in età giovanile. È un tipo di malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario distrugge le cellule beta del pancreas, deputate alla produzione di insulina. È detto anche insulino-dipendenza perché richiede la somministrazione giornaliera di insulina per tutta la vita e non è correlato in modo diretto all’obesità o al sovrappeso, avendo un’origine autoimmune. 

Tra i sintomi principali che avverto le persone affette da diabete di tipo 1 vi sono: 

  • Sete eccessiva 
  • Minzione frequente 
  • Fame costante 
  • Perdita di peso inspiegabile 
  • Affaticamento 
  • Visione offuscata 
  • Irritabilità 

Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 rappresenta, di contro, il 90-95% di tutti i casi di diabete. È caratterizzato da insulinoresistenza e da un peggioramento progressivo dovuto alla progressiva carenza di insulina. Le cellule del corpo, infatti, non rispondono adeguatamente all’insulina, sviluppando insulinoresistenza. Il pancreas inizia a produrre meno insulina per superare questa resistenza, scatenando così la condizione di diabete di tipo 2. 

Non si tratta di una malattia autoimmune, ma di una condizione associata a sovrappeso, obesità e stile di vita sedentario. Il suo esordio avviene generalmente in età adulta, anche se, vista la diffusione di obesità e sovrappeso tra bambini e adolescenti, si assiste a sempre più esordi in età giovanile. 

I sintomi del diabete di tipo 2 sono simili a quelli del tipo 1, anche se il suo esordio è spesso asintomatico e i suoi sintomi hanno uno sviluppo più lento e più lieve.

Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete che si verifica durante la gravidanza, solitamente durante il secondo o terzo trimestre. Questa condizione generalmente sparisce dopo il parto ed è caratterizzata da alti livelli di glucosio nel sangue, causati da alterazioni ormonali. Chi sviluppa questo tipo di diabete in gravidanza è considerato maggiormente  rischio per lo sviluppo di diabete di tipo 2 in futuro. 

Il ruolo dell’insulina 

L’insulina è l’ormone principale coinvolto nella regolazione del metabolismo del glucosio. Viene prodotto dalle cellule beta del pancreas. La sua funzione principale è quella di regolare i livelli di glucosio nel sangue. Permette al glucosio di entrare nelle cellule e di essere utilizzato come fonte di energia. Stimola, inoltre, l’immagazzinamento del glucosio sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli, inibisce la produzione di glucosio da parte del fegato, promuove la sintesi proteica e la formazione di tessuto adiposo  e inibisce la lipolisi e la chetogenesi.

Il livello di glucosio nel sangue è solitamente mantenuto entro determinati valori:

  • a digiuno è compresa tra 70 e 100 mg/dl (3,9-5,6 mmol/l) 
  • dopo i pasti, può aumentare temporaneamente fino a 140 mg/dl (7,8 mmol/l) 
  • entro 2-3 ore ritorna ai livelli basali. 

Quando non vi è insulina o non ve n’è abbastanza, il glucosio si accumula nel sangue, causando iperglicemia.

Insulinoresistenza e il legame con sovrappeso e obesità

In alcune condizioni, il corpo può sviluppare una resistenza all’insulina, nota come insulinoresistenza. Ciò accade quando le cellule non rispondono più in modo sufficiente all’insulina. In un momento iniziale il pancreas lavora maggiormente producendo più insulina per compensare. Questa fase di iperinsulinemia può durare anni. In questo periodo i livelli di glicemia rimangono apparentemente sotto controllo, ma questa condizione porta con sé conseguenze a livello metabolico, tra cui l’aumento di peso. 

Con il tempo il pancreas si affatica e non riesce più a compensare producendo più insulina. Le cellule beta iniziano a produrre quantità inferiori di questo ormone ed è così che fa la sua comparsa l’iperglicemia cronica, preludio del diabete di tipo 2

I fattori di rischio dell’insulinoresistenza

A scatenare l’insulinoresistenza vi sono diversi fattori che possono lavorare insieme o separatamente. Tra questi giocano un ruolo fondamentale: 

  1. l’accumulo di grasso viscerale: il grasso accumulato in sede addominale e attorno agli organi interni è metabolicamente attivo e rilascia citochine pro-infiammatorie;
  2. infiammazione cronica: l’obesità è associata a uno stato infiammatorio cronico che interferisce con il funzionamento dell’insulina;
  3. lipotossicità: la segnalazione dell’insulina è “disturbata” dall’accumulo di grassi nelle cellule muscolari e nel fegato;
  4. stress ossidativo: i radicali liberi danneggiano considerevolmente le cellule. 

Dall’insulinoresistenza al diabete di tipo 2

Rispetto al diabete di tipo 1, l’insulina non è completamente assente, ma diminuisce. L’insulinoresistenza, dunque, rappresenta il primo stadio verso lo sviluppo del diabete di tipo 2 e si sviluppa attraverso diversi passaggi:

  • cellule meno sensibili all’insulina (insulinoresistenza)
  • produzione compensatoria di insulina (iperinsulinemia compensatoria) 
  • minore produzione di insulina (disfunzione delle cellule beta)
  • aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia)
  • compromissione della funzione delle cellule beta e livelli di glucosio del sangue alti in modo continuativo (diabete di tipo 2). 

Il ruolo del pancreas

Come abbiamo visto, il pancreas gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa malattia. È, infatti, l’organo principale coinvolto nel metabolismo dei carboidrati. 

Situato dietro lo stomaco, nella parte superiore dell’addome svolge funzioni esocrine, attraverso la produzione di enzimi digestivi, e funzioni endocrine, attraverso la produzione di ormoni come l’insulina.

La produzione degli ormoni è deputata alle “isole di Langerhans”, piccoli agglomerati cellulari. Qui: 

  • le cellule beta producono insulina 
  • le cellule alfa producono glucagone 
  • le cellule delta producono somatostatina 
  • le cellule PP producono polipeptide pancreatico. 

Diabete: fa dimagrire o ingrassare? 

Si tratta di una domanda molto comune, ma la risposta non è semplice. 

Dipende, infatti, da più fattori: tipo di diabete, terapia, stato metabolico dell’individuo e molto altro. 

  1. Diabete di tipo 1 e diminuzione di peso 

Nel caso del diabete di tipo 1 non trattato, ad esempio, si assiste spesso ad una perdita di peso repentina. Questo accade perché, in assenza di insulina, il glucosio non viene utilizzato come fonte di energia. La risposta del corpo è quella di utilizzare come fonte di energia tutti i grassi e le proteine muscolari, con conseguente perdita di peso. Inoltre, si assiste alla glicosuria, ovvero l’eliminazione dell’eccesso di glucosio nel sangue attraverso le urine, fattore che causa una perdita ulteriore di calorie e liquidi. 

La terapia insulinica cambia decisamente la situazione. Il metabolismo si normalizza e in mancanza di un’alimentazione adeguata e di attività fisica si può assistere ad un aumento di peso.  L’insulina è infatti un ormone anabolico, che stimola l’accumulo di grasso e la sintesi di glicogeno. 

  1. Diabete di tipo 2 e sovrappeso/obesità

Nel diabete di tipo 2, invece, il sovrappeso è spesso una componente già presente prima della diagnosi.

In questi casi, però, alcuni farmaci ipoglicemizzanti orali, come la metformina, o iniettabili, come i GLP-1 agonisti, possono portare a una perdita di peso. Tutto ciò migliora anche grazie ai cambiamenti dello stile di vita. 

L’obesità e il diabete di tipo 2, dunque, sono strettamente interconnessi tra loro. Non solo l’obesità può causare insulinoresistenza che sfocia poi in diabete di tipo 2, ma il diabete ed i suoi trattamenti possono talvolta contribuire ad un aumento ponderale. Gli episodi di ipoglicemia, infatti, possono portare a un consumo eccessivo di cibo ed il diabete può influenzare il metabolismo basale, rendendo più difficile la perdita di peso.

Diagnosticare il diabete 

Per diagnosticare il diabete gli esami si basano sulla valutazione della glicemia, ovvero la quantità di glucosio nel sangue. In particolare: 

  • misurazione della glicemia a digiuno: misura i livelli di zucchero nel sangue dopo almeno 8 ore di digiuno.
    • inferiore a 100 mg/dl – è considerato normale 
    • tra 100 e 125 mg/dl – glicemia alterata a digiuno
    • sopra i 126 mg/dl – si considera diagnosi di diabete, se confermata da un secondo esame.
  • curva glicemica (OGTT): misura la glicemia prima e dopo l’assunzione di una bevanda contenente glucosio. Serve per individuare alterazioni nella tolleranza al glucosio.
  • emoglobina glicata (HbA1c): fornisce una media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi.
    • Valori superiori al 6,5% indicano diabete
    • Valori tra 5,7% e 6,4% indicano pre-diabete. 

Prevenire il diabete 

Prevenire il diabete significa agire su quegli aspetti modificabili come alimentazione e attività fisica.

  • Una dieta equilibrata, ricca di fibre, frutta e verdura, cereali integrali e proteine magre e povera di zuccheri semplici, grassi saturi e cibi ultra-processati, contribuisce a mantenere stabili i livelli glicemici. 
  • L’attività fisica regolare, inoltre, non va mai sottovalutata. Migliora notevolmente la sensibilità all’insulina e aiuta a mantenere un peso corporeo sano. Si raccomandano almeno 150 minuti di attività aerobica moderata alla settimana, ma può fare la differenza anche soltanto mezz’ora al giorno di camminata. 
  • Lo stress cronico può influenzare negativamente sia il peso corporeo che il controllo glicemico. La gestione dello stress si rivela cruciale. 
  • La privazione del sonno è associata a insulino-resistenza e aumento di peso. Un sonno adeguato è quindi uno degli aspetti da curare per prevenire l’insulinoresistenza. 

Quali sono i segnali precoci del diabete

È importante anche saper riconoscere i segnali del diabete. Questo permette di intervenire in modo tempestivo ed efficace. Tra i sintomi da non sottovalutare vi sono:

  • Sete eccessiva e bocca secca
  • Minzione frequente
  • Perdita di peso improvvisa (soprattutto nel diabete 1)
  • Stanchezza 
  • Visione offuscata
  • Infezioni frequenti

Conoscere per prevenire

Il diabete non è una sentenza. È una patologia complessa, ma non invincibile e soprattutto è oggi una patologia gestibile. 

Esistono diversi tipi di diabete, ognuno con caratteristiche proprie e trattamenti specifici. Saperne riconoscere i segnali precoci, diagnosticare correttamente e intervenire con tempestività sono i tre pilastri fondamentali. 

Da non trascurare mai l’insulinoresistenza, spesso preludio di diabete e spesso legata a sovrappeso e obesità. In questo modo la consapevolezza diventa uno strumento di prevenzione e cura. Intervenire sui fattori di rischio modificabili come alimentazione e stile di vita è fondamentale per proteggere la propria salute.Il supporto del proprio medico di fiducia è un’arma infallibile nella maggiore presa di coscienza di quelli che possono essere i primi campanelli di allarme. La ricerca, inoltre, continua a fornire nuove conoscenze sui meccanismi che collegano diabete e obesità, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche.