Iperfagia: cos’è e come controllare la fame eccessiva

Iperfagia: cos’è e come controllare la fame eccessiva

L’iperfagia è un disturbo che si manifesta con un appetito eccessivo e incontrollabile. “Non riesco a smettere di mangiare”, “ho sempre fame”, “mangio anche quando non ho fame”: sono tutte frasi spesso pronunciate da chi soffre di iperfagia. Non si tratta di un peccato di gola, ma di qualcosa che ha origini diverse e che può rappresentare un campanello di allarme per altre condizioni mediche. 

Iperfagia: cosa è 

Il termine iperfagia indica proprio il mangiare in modo eccessivo, consumando grandissime quantità di cibo.

Rispetto alla fame fisiologica, l’iperfagia si presenta con un bisogno compulsivo e urgente di assumere cibo, anche senza i normali segnali di fame e anche dopo aver già ricevuto un adeguato apporto calorico e nutrizionale. 

Non parliamo dell’abbuffata occasionale, ma di qualcosa che si ripete nel tempo e che incide notevolmente sulla qualità di vita della persona. Nonostante la consapevolezza di un’assunzione eccessiva di cibo, non si riesce a smettere perché persiste una fame incontrollabile. 

Non si tratta di bulimia nervosa perché l’iperfagia non è seguita da comportamenti compensatori come il vomito autoindotto, il digiuno prolungato o l’abuso di lassativi. 

Iperfagia: sintomi principali

I sintomi dell’iperfagia sono molteplici e possono manifestarsi sia sul piano fisico che psicologico. I più comuni sono: 

  • appetito insaziabile con una sensazione costante di fame anche dopo aver mangiato
  • consumo incontrollato di cibo
  • perdita di controllo con incapacità di fermarsi durante i pasti
  • rapidità nel mangiare
  • preferenza per cibi ipercalorici, in particolare alimenti ricchi di grassi e zuccheri
  • senso di colpa dopo aver consumato molto cibo 
  • variazioni di peso. 

Iperfagia: cause

Trovare la causa dell’iperfagia è fondamentale per capire come trattarla in modo adeguato. Le cause sono multiple e spesso interconnesse. 

Cause fisiologiche o mediche

Diverse condizioni mediche o fisiologiche possono scatenare l’iperfagia. 

  • Disturbi endocrini come squilibri ormonali, alterazione della tiroide, diabete, sindrome di Cushing, alterazioni di leptina o grelina. 
  • Disturbi metabolici, come diabete di tipo 2 o sindrome metabolica. 
  • Uso di farmaci, come antidepressivi o corticosteroidi. 
  • Gravi carenze nutrizionali, che mandano in tilt i segnali di sazietà.
  • Lesioni cerebrali, come danni all’ipotalamo, area che regola l’appetito.
  • Disturbi neurologici come alcune forme di epilessia o demenza. 
  • Sindrome di Prader-Willi, una rara condizione genetica caratterizzata da iperfagia. 

Cause psicologiche

Anche l’aspetto psicologico può essere alla base dell’iperfagia. Le cause psicologiche giocano un ruolo cruciale nello sviluppo dell’iperfagia, che può rappresentare una risposta emotiva per gestire stati interiori difficili. Tra le cause più comuni: 

  • depressione, che può portare a momenti di iperfagia alternati a momenti di disinteresse verso il cibo 
  • disturbi d’ansia, che possono manifestarsi attraverso il mangiare per ansia come fonte di consolazione 
  • stress cronico che può alterare i meccanismi di regolazione dell’appetito a causa dell’eccesso di cortisolo 
  • traumi emotivi che possono influenzare il rapporto con il cibo.

In alcuni casi, l’iperfagia si accompagna a veri e propri disturbi psichici, come il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder). 

Iperfagia e psicologia: l’aspetto emotivo 

Quando è innescato da cause psicologiche, l’iperfagia rappresenta un meccanismo di coping, cioè una strategia utilizzata per gestire emozioni difficili. Il cibo rappresenta così lo strumento inconsapevole per alleviare stress e ansia, avere una gratificazione immediata o compensare la sensazione di vuoto emotivo. 

Fame nervosa e iperfagia

Iperfagia e fame nervosa sono quindi la stessa cosa? In realtà ci sono delle differenze. La fame nervosa è un comportamento alimentare che nasce sempre da uno stato emotivo e causa il mangiare per noia, ansia, tristezza, ma spesso la fame nervosa è una forma lieve o iniziale di iperfagia. 

Chi soffre di fame nervosa può non avere un vero disturbo clinico, ma rischia di svilupparlo. Entrambe queste due condizioni portano però ad una relazione disfunzionale con il cibo, vissuto come valvola di sfogo. 

Iperfagia: rimedi e strategie per affrontarla 

I rimedi per l’iperfagia richiedono prima l’esatta individuazione della causa. In questo modo si potrà intervenire con la strategia personalizzata più efficace. Il problema, infatti, andrà affrontato dal punto di vista medico-nutrizionale, psicologico e comportamentale. 

Interventi medici

Quando l’iperfagia ha origini mediche o fisiologiche è essenziale trattare la causa sottostante, come eventuali disturbi endocrini o neurologici o valutare alternative ai farmaci che possono scatenare l’iperfagia. 

Terapia psicologica

Si tratta dello strumento che a lungo termine risulta più efficace a lungo termine poiché disinnesca alcuni meccanismi alla base del disturbo. Le terapie cognitive comportamentali (CBT), in particolare, aiutano a riconoscere i meccanismi che scatenano il disturbo e a gestire le proprie emozioni sviluppando strategie alternative al cibo per affrontarle. 

Supporto nutrizionale

Il supporto di un nutrizionista o dietologo specializzato in disturbi alimentari può aiutare a ripristinare un’alimentazione equilibrata, educando ad una relazione sana ed equilibrata con il cibo. 

Attività fisica regolare

Un regolare esercizio fisico aiuta non soltanto sul piano fisico, ma migliora anche il tono dell’umore, riduce l’ansia e aiuta a migliorare la propria autostima. 

Tecniche di rilassamento

Yoga, respirazione profonda, meditazione o tecniche di rilassamento progressivo possono aiutare a gestire lo stress senza ricorrere al cibo.

Strategie pratiche

Vi sono anche alcune strategie quotidiane che possono aiutare a gestire l’iperfagia, come la pianificazione dei pasti, il tenere un diario alimentare o il supporto sociale di familiari e amici. 

“Non riesco a smettere di mangiare”: quando chiedere aiuto

Se l’iperfagia interferisce con la vita quotidiana è bene rivolgersi il prima possibile ad un professionista. Chiedere aiuto non è mai un segno di debolezza. L’iperfagia non è una questione di forza di volontà, ma un problema che deve essere affrontato con gli strumenti giusti e con un approccio personalizzato.