L’impatto neurologico dell’obesità

L’impatto neurologico dell’obesità

L’obesità è una condizione sempre più diffusa a livello globale. Le sue implicazioni vanno ben oltre l’aspetto estetico, interessando il metabolismo, il sistema cardiovascolare, la sfera psicologica, ma anche il sistema neurologico. 

L’impatto neurologico dell’obesità costituisce un aspetto molto critico, soprattutto in relazione a diverse patologie del sistema nervoso. 

Malattie neurologiche come ictus, demenza, neuropatie e declino cognitivo hanno una maggiore incidenza nei soggetti obesi o in sovrappeso, confermando la relazione tra eccesso ponderale e disturbi neurologici. 

La connessione cervello-peso

L’eccesso di peso incide anche sul funzionamento del cervello. Questo accade perchè il tessuto adiposo non è semplicemente un deposito di energia, ma vero e proprio organo endocrino attivo che produce numerose sostanze. 

Nei soggetti obesi il tessuto adiposo presente in eccesso rilascia citochine pro-infiammatorie che, oltre a provocare uno stato infiammatorio cronico, attraversano la barriera emato-encefalica e provocano un processo di neuroinfiammazione cronica. Questo stato infiammatorio persistente danneggia i neuroni e altera i meccanismi neurochimici. 

L’obesità, inoltre, è spesso associata ad insulino-resistenza e disfunzioni metaboliche che compromettono l’apporto di nutrienti (soprattutto glucosio) e ossigeno al cervello. Questo deficit può accelerare i processi neurodegenerativi. 

Obesità e ictus: quale relazione

Uno dei peggiori effetti dell’obesità a livello neurologico è il maggiore rischio di sviluppare ictus, sia ischemico che emorragico. Questo accade per una concomitanza di diversi meccanismi causati dall’eccesso ponderale. 

Nei soggetti obesi si osservano spesso ipertensione arteriosa e aterosclerosi, ossia un accumulo di grassi nelle arterie che può ostruire i vasi sanguigni cerebrali. Anche il diabete di tipo 2 contribuisce ad aumentare il rischio di ictus poiché aumenta la vulnerabilità ai danni vascolari cerebrali.

Il grasso addominale, infine, produce sostanze che promuovono la formazione di trombi e aumentano la resistenza vascolare, tutte condizioni che possono aumentare il rischio di eventi ischemici cerebrali.

Prevenire o ridurre l’obesità è quindi un passo fondamentale anche nella prevenzione degli eventi cerebrovascolari.

Sovrappeso e demenza: un legame preoccupante

Sta attirando sempre più attenzione, dal punto di vista medico, la correlazione che si osserva tra sovrappeso e demenza. Diverse ricerche hanno evidenziato come l’obesità aumenti significativamente il rischio di sviluppare demenza senile e malattia di Alzheimer. 

Come può l’obesità favorire la demenza? 

Le citochine pro-infiammatorie prodotte in eccesso dal tessuto adiposo possono penetrare la barriera emato-encefalica, danneggiando significativamente le cellule cerebrali. Studi di neuroimaging dimostrano anche che i pazienti obesi presentano volumi cerebrali ridotti rispetto ai soggetti normopeso, con una riduzione in particolare nelle aree responsabili della memoria e del linguaggio. Questo suggerisce un invecchiamento cerebrale accelerato. 

Anche lo stress ossidativo, maggiormente presente nei soggetti obesi, aumenta la vulnerabilità neuronale e accelera il processo neurodegenerativo.  L’obesità, infine,  può alterare la produzione di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, responsabili della regolazione dell’umore e della capacità di concentrazione.

Obesità e funzione cognitiva

Obesità e funzione cognitiva mostrano una relazione inversamente proporzionale. Sono diversi gli studi che evidenziano come l’obesità possa anticipare il declino cognitivo, anche in giovane età. Queste alterazioni sono visibili già in bambini e adolescenti obesi. 

L’attenzione, la memoria, le funzioni esecutive e la velocità di elaborazione delle informazioni possono essere compromesse da più fattori legati all’eccesso ponderale. In particolare, l’insulino-resistenza crea un deficit di ossigeno e glucosio al cervello, riducendo l’efficienza delle sinapsi e la plasticità neuronale, la sindrome metabolica, che include ipertensione, iperglicemia e dislipidemia, impatta negativamente sul funzionamento del cervello e i disturbi del sonno, come le apnee notturne, riducono ulteriormente l’ossigenazione cerebrale, compromettendo le funzioni cognitive.

Obesità e neuropatia: una complicanze del sistema nervoso periferico

Spesso trascurata, l’obesità è anche responsabile di un maggiore rischio di sviluppare la neuropatia periferica. Si tratta di un disturbo neurologico che colpisce i nervi delle estremità del corpo, mani e piedi. È comunemente associata al diabete, ma può insorgere anche in soggetti obesi non diabetici.

La neuropatia periferica causa dolore cronico, formicolii, perdita di sensibilità, debolezza muscolare  e compromissione funzionale significativa. Anche in assenza di diabete, l’obesità può provocare compressioni nervose meccaniche dovute all’accumulo di tessuto adiposo che comprime in modo eccessivo i nervi periferici, causando ad esempio la sindrome del tunnel carpale. Può anche danneggiare i piccoli vasi sanguigni che nutrono i nervi o direttamente le fibre nervose, a causa dell’infiammazione sistemica che accompagna il sovrappeso e l’obesità.

Prevenzione e rimedi 

Comprendere il forte legame esistente tra impatto neurologico e obesità è di fondamentale importanza per comprendere quanto sia importante la prevenzione primaria. 

Mantenere un equilibrato stile di vita è importantissimo per preservare un sano peso corporeo e preservare la propria salute neurologica. 

Le migliori strategie di prevenzione sono: 

  • una dieta sana, varia ed equilibrata, che possa ridurre l’apporto calorico, preferendo cibi integrali, frutta, verdura e fonti proteiche magre;
  • attività fisica regolare, che migliora il metabolismo, la funzione cardiovascolare e la neuroplasticità;
  • il monitoraggio dei fattori di rischio, come pressione arteriosa, glicemia e colesterolo;
  • Il supporto psicologico e comportamentale per affrontare le cause profonde dell’obesità. 

Un approccio integrato per vivere meglio 

L’obesità ha un impatto notevole su ogni sfera della salute fisica e psichica dell’individuo. Il suo anche a livello neurologico deve spingere ancora di più ad intraprendere un percorso clinico integrato che possa aiutare a ridurre tutti i fattori di rischio, migliorando notevolmente la qualità di vita dei pazienti. 

L’impatto neurologico dell’obesità, infatti, si manifesta in maniera progressiva, ma spesso silenziosa. È fondamentale, quindi, intervenire in maniera precoce e con l’aiuto di un medico che possa accompagnare il paziente in un percorso personalizzato basato su specifiche esigenze personali e cliniche.