Dislipidemie: cosa sono e come riconoscerle
Parlare di dislipidemie significa far riferimento ad un gruppo di disturbi metabolici sempre più diffusi nella popolazione moderna e pericolosi per la salute cardiovascolare.
Queste alterazioni dei livelli di grassi nel sangue, in particolare di colesterolo e trigliceridi, possono favorire la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, aumentando il rischio di infarto, ictus e altre malattie cardiovascolari.
Dislipidemia: cos’è
La dislipidemia è una condizione medica per indicare tutte le concentrazioni anomale di lipidi, grassi, nel sangue. Riguarda, quindi, un livello troppo alto o troppo basso di colesterolo totale, colesterolo LDL, lipoproteine a bassa densità, il cosiddetto “colesterolo cattivo”, colesterolo HDL, lipoproteine ad alta densità, il cosiddetto “colesterolo buono”, e i trigliceridi
Solitamente la dislipidemia non causa sintomi evidenti nelle fasi iniziali e questo fa sì che i controlli periodici attraverso esami del sangue specifici siano fondamentali per la prevenzione cardiovascolare.
Tipologie principali di dislipidemie
A seconda della alterazione dei lipidi nel sangue, si possono distinguere diverse forme di dislipidemia, ciascuna con caratteristiche, cause e rischi specifici.
Ipercolesterolemia: quando il colesterolo supera i limiti normali
L’ipercolesterolemia è la forma più comune di dislipidemia. Caratterizzata da livelli elevati di colesterolo totale nel sangue, può essere primaria, dovuta a fattori genetici, o secondaria, causata da stili di vita scorretti, altre patologie o farmaci specifici.
Colesterolo LDL
Il colesterolo LDL, chiamato anche “colesterolo cattivo”, ha il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti periferici. Se presente in eccesso nel sangue, aumenta il rischio di formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie. Queste placche sono molto pericolose perchè possono restringere i vasi sanguigni, compromettendo la circolazione e aumentando il rischio di infarto miocardico e ictus.
Colesterolo HDL
Il colesterolo HDL, definito anche “colesterolo buono”, ha invece un effetto protettivo, trasportando il colesterolo dai tessuti periferici verso il fegato per essere eliminato. Valori bassi di HDL sono associati a un maggiore rischio cardiovascolare. Livelli ottimali di HDL dovrebbero essere superiori a 40 mg/dL negli uomini e 50 mg/dL nelle donne.
Ipertrigliceridemia: quando i trigliceridi sono troppo alti
L’ipertrigliceridemia è caratterizzata da un eccesso di trigliceridi nel sangue. Solitamente si parla di ipertrigliceridemia quando i valori superano i 150 mg/dL.
I trigliceridi sono la forma principale di accumulo energetico dell’organismo e provengono principalmente dall’alimentazione, in particolare da zuccheri semplici, alcol e grassi saturi.
Questa condizione è spesso associata alla sindrome metabolica, obesità addominale, diabete tipo 2 o insulino-resistenza.
Dislipidemia mista: una combinazione complessa e pericolosa
La dislipidemia mista è la forma più pericolosa della dislipidemia. Caratterizzata contemporaneamente dalla presenza di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, comporta un rischio cardiovascolare particolarmente elevato.
Chi è affetto da dislipidemia mista presenta, quindi, LDL alto, trigliceridi elevati e HDL basso.
Questa forma di dislipidemia è maggiormente frequente nei soggetti con diabete di tipo 2, obesità o grasso viscerale in eccesso.
Grasso viscerale in eccesso e il suo ruolo nelle dislipidemie
Il grasso viscerale è il grasso che si accumula nella regione addominale, attorno agli organi interni. A differenza del grasso sottocutaneo, il grasso viscerale è metabolicamente attivo e può influenzare negativamente molte funzioni del corpo, compreso il metabolismo dei lipidi.
L’eccesso di grasso viscerale, infatti, aumenta la produzione di LDL e trigliceridi, riduce i livelli di HDL, favorisce uno stato infiammatorio cronico attraverso la produzione di sostanze pro-infiammatorie e contribuisce alla resistenza insulinica.
Cause e fattori di rischio
Le dislipidemie possono avere origine genetica o, più frequentemente, possono essere acquisite nel corso della vita attraverso uno stile di vita poco sano.
I fattori di rischio non modificabili includono età, sesso, predisposizione familiare e alcune condizioni genetiche rare. Nel caso invece delle dislipidemie secondarie, le più comuni, i fattori di rischio sono modificabili e sono rappresentati da:
- alimentazione scorretta, ricca di grassi saturi e zuccheri
- sedentarietà
- sovrappeso e obesità
- fumo di sigaretta
- consumo eccessivo di alcol
- assunzione di alcuni farmaci come corticosteroidi, anticoncezionali orali, beta-bloccanti e diuretici tiazidici.
Vi sono poi alcune condizioni mediche che possono favorire lo sviluppo di dislipidemie, come:
- diabete mellito
- ipotiroidismo
- sindrome nefrosica
- malattie epatiche croniche.
Diagnosi della dislipidemia
La diagnosi di dislipidemia è abbastanza semplice e si basa sull’esecuzione di semplice esame del sangue che possa valutare il profilo lipidico completo. Questo test valuta la misurazione di colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi.
L’esame va eseguito dopo un digiuno di almeno 12 ore per ottenere valori accurati, specialmente per i trigliceridi.
Strategie terapeutiche
Il trattamento delle dislipidemie inizia sempre con la modifica dello stile di vita. Si tratta del primo approccio consigliato a tutti e consiste nel seguire una dieta equilibrata, in particolare una dieta mediterranea, ricca di acidi grassi omega-3, fibre e antiossidanti e povera di grassi saturi, zuccheri semplici e alcol. La dieta va associata a regolare attività fisica e allo stop al fumo di sigarette.
Quando questo non è sufficiente, il medico può valutare anche una terapia farmacologica. La prima scelta è solitamente rappresentata dalle statine per il trattamento dell’ipercolesterolemia e dai fibrati per l’ipertrigliceridemia.
L’importanza della prevenzione
La dislipidemia rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare. Per questo motivo, la prevenzione rimane l’arma più efficace. Agire prima che si possa presentare il problema aiuterà a mantenere il cuore e l’apparato circolatorio in forma, preservando la salute per lungo tempo.
La prevenzione, così come il trattamento delle dislipidemie, passa per il mantenimento del peso normale, la limitazione del grasso viscerale, esercizio fisico regolare e costante, un’alimentazione sana, bilanciata ed equilibrata e controlli periodici.