L’ormone adrenocorticotropo (ACTH): cos’è e a cosa serve
L’ormone adrenocorticotropo, conosciuto anche con il nome ormone ACTH, rappresenta uno degli ormoni più importanti del sistema endocrino.
Prodotto dall’ipofisi anteriore, questa molecola è coinvolta in numerosi processi fisiologici, tra cui il metabolismo dei lipidi, proteine e carboidrati, la risposta allo stress e la regolazione della pressione sanguigna.
Che cos’è l’ormone ACTH
L’ormone ACTH è un ormone peptidico composto da 39 aminoacidi. Viene prodotto e secreto dall’adenoipofisi, la parte anteriore della ghiandola, sotto stimolo dell’ormone di rilascio della corticotropina (CRH) prodotto dall’ipotalamo.
La produzione dell’ormone adrenocorticotropo segue un ritmo ben definito. Vi sono picchi massimi nelle prime ore del mattino, generalmente tra le 6 e le 8, e livelli minimi durante la notte.
Il rilascio dell’ACTH segue un meccanismo ben preciso:
- lo stress, l’ipoglicemia o i ritmi circadiani stimolano l’ipotalamo a rilasciare CRH
- il CRH agisce sull’adenoipofisi, che produce e rilascia ACTH
- l’ACTH viaggia nel sangue fino alla corteccia surrenale, dove stimola la produzione di glucocorticoidi, come il cortisolo.
ACTH e cortisolo
La relazione tra ACTH e cortisolo è una delle più importanti nell’organismo umano. Il cortisolo, chiamato anche “ormone dello stress”, viene prodotto dalla corteccia surrenale sotto lo stimolo diretto dell’ACTH.
Il cortisolo così prodotto esercita effetti multipli sull’organismo, aumentando la glicemia per fornire energia in caso di stress, modula la risposta immunitaria, svolge un’azione antinfiammatoria, influenza l’umore e le funzioni cognitive e influenza il metabolismo di proteine, lipidi e carboidrati.
Un aspetto particolare di questa relazione è il meccanismo di feedback negativo che lo regola. Quando i livelli di cortisolo nel sangue raggiungono la giusta concentrazione, questo ormone invia segnali sia all’ipotalamo che all’ipofisi per ridurre la produzione di CRH e ACTH in un perfetto sistema di autoregolazione che previene effetti dannosi.
L’ACTH e il metabolismo
Oltre alla stimolazione sulla produzione di cortisolo, l’ormone ACTH ha numerosi effetti sul metabolismo, influenzando il modo in cui l’organismo utilizza carboidrati, grassi e proteine.
Metabolismo dei carboidrati
Attraverso la stimolazione del cortisolo, l’ACTH promuove la gluconeogenesi epatica, ossia la produzione di glucosio da parte del fegato. In situazioni di stress o di digiuno prolungato, le riserve di glicogeno si esauriscono facilmente. In questo meccanismo permette all’organismo di mantenere livelli adeguati di glucosio nel sangue per garantire il funzionamento del sistema nervoso centrale.
Questo spiega perché l’eccesso cronico di cortisolo può portare a resistenza insulinica e persino al diabete mellito di tipo 2.
Metabolismo dei lipidi
L’azione dell’ACTH sul metabolismo dei lipidi dipende dalla durata della stimolazione ormonale. Nel breve termine, il cortisolo stimolato dall’ACTH promuove la lipolisi, la scissione dei trigliceridi immagazzinati nel tessuto adiposo. Questo processo è fondamentale per liberare acidi grassi liberi da utilizzare come fonte energetica alternativa al glucosio.
Nel lungo temine, però, l’esposizione cronica ad alti livelli di cortisolo promuove al contrario l’accumulo di grasso a livello addominale e facciale.
Metabolismo delle proteine
L’influenza dell’ormone ACTH sul metabolismo delle proteine ha implicazioni significative per la crescita, la riparazione tissutale e l’adattamento metabolico. Il cortisolo stimolato dall’ACTH ha effetti catabolici sul tessuto muscolare, promuovendo la degradazione delle proteine muscolari per fornire aminoacidi che possono essere utilizzati per la gluconeogenesi.
Il cortisolo, inoltre, inibisce la sintesi di nuove proteine in molti tessuti, incluso il tessuto muscolare, osseo e cutaneo.
Questo effetto è particolarmente evidente a livello del tessuto connettivo, dove il cortisolo riduce la produzione di collagene, contribuendo alla fragilità cutanea.
Regolazione circadiana
Il rilascio di ACTH segue un ritmo giornaliero. I livelli sono più alti al mattino, tra le 6 e le 8, e si riducono nel pomeriggio e sera. Questa ciclicità influenza la secrezione del cortisolo, responsabile anche al nostro stato di veglia e allerta.
Il picco mattutino di ACTH coincide con la necessità di avere più risorse energetiche per affrontare le attività diurne.
Patologie associate all’ormone ACTH
Anomalie nella produzione di ormone adrenocorticotropo possono dare origine a diverse patologie.
Quando si verifica un’iperproduzione di ACTH, come nella malattia di Cushing, si verifica un ipercortisolismo con sintomi come aumento di peso, ipertensione, diabete e compromissione del sistema immunitario.
Quando, invece, siamo in presenza di un’ipoproduzione di ACTH, come nel caso di insufficienza ipofisaria, si assiste ad una insufficienza surrenale secondaria con sintomi come affaticamento, ipotensione, ipoglicemia.
Cosa influenza la produzione di ACTH
La produzione e la secrezione dell’ormone ACTH è condizionata da diversi fattori. Lo stress fisico e psicologico è il principale stimolo per l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con conseguente aumento dei livelli di ACTH e cortisolo.
Altri fattori sono l’esercizio fisico intenso, l’ipoglicemia, l’infiammazione, le infezioni, i traumi e le variazioni nella temperatura corporea. Anche il digiuno prolungato o la malnutrizione proteica hanno un ruolo attivo nella produzione di ACTH.
Prospettive terapeutiche
Capire il ruolo dell’ormone ACTH e come agisce è fondamentale per il trattamento di disturbi endocrini e metabolici. La ricerca attuale si sta concentrando in modo particolare sullo sviluppo di modulatori selettivi dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene per trattare condizioni come la depressione resistente, i disturbi dell’umore e le malattie metaboliche.