Il legame tra sovrappeso e ipertensione arteriosa
Negli ultimi anni i dati su sovrappeso e obesità sono sempre più allarmanti, mostrando un aumento esponenziale in tutte le fasce di età della popolazione mondiale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 39% degli adulti nel mondo è in sovrappeso e circa il 13% è obeso. Di pari passo, l’ipertensione arteriosa è una delle malattie croniche con maggiore diffusione. Complessivamente, il 31% della popolazione italiana è iperteso. Negli uomini i valori sono più elevati nel Nord-Est (37%) e nel Nord-Ovest (32%), nelle donne al Sud (34%). (Dati da https://www.epicentro.iss.it/ben/2002/settembre02/2)
Non sono dati indipendenti l’uno dall’altro. Esiste un legame molto forte e bidirezionale tra aumento del peso corporeo e ipertensione. Fare luce su questo collegamento è fondamentale non soltanto per intervenire in modo efficace sui pazienti affetti da queste due condizioni, ma soprattutto per prevenirne l’insorgenza. Ricordiamo, infatti, che sovrappeso, obesità e ipertensione sono importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, tra le principali cause di morte a livello mondiale.
Pressione arteriosa e ipertensione
Quando si parla di pressione arteriosa si fa riferimento alla forza che il cuore esercita contro le pareti delle arterie durante il ciclo cardiaco e viene misurata in millimetri di mercurio (mmHg).
Si parla di:
- pressione sistolica (valore più alto), quando si fa riferimento alla fase di contrazione del cuore e del pompaggio del sangue;
- pressione diastolica (valore più basso), quando il riferimento è alla fase di rilassamento cardiaco tra un battito e un altro.
Tanta attenzione ai valori di pressione arteriosa è data dal suo ruolo fondamentale di garantire un’adeguata perfusione di organi e tessuti.
La pressione è un processo complesso che coinvolge numerosi sistemi fisiologici, come il sistema nervoso autonomo, il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), fattori endoteliali e meccanismi ormonali.
Classificazione dell’ipertensione arteriosa
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Società Europea di Cardiologia (ESC/ESH), i valori di pressione arteriosa ritenuti normali sono inferiori a 120/80 mmHg.
- Pressione ottimale: <120/80 mmHg
- Pressione normale: 120-129/80-84 mmHg
- Pressione normale-alta: 130-139/85-89 mmHg
- Ipertensione stadio 1 (lieve): 140-159/90-99 mmHg
- Ipertensione stadio 2 (moderata): 160-179/100-109 mmHg
- Ipertensione stadio 3 (grave): ≥180/110 mmHg
- Ipertensione sistolica isolata: ≥140/<90 mmHg
La diagnosi di ipertensione non fa mai riferimento a una singola misurazione, ma prende in considerazione un monitoraggio costante e continuo.
Ipertensione essenziale e ipertensione secondaria
La classificazione dell’ipertensione arteriosa vede due principali suddivisioni:
Ipertensione essenziale o primaria
L’ipertensione essenziale, detta anche primaria, è la forma più comune. Rappresenta circa il 90-95% dei casi. La sua eziologia è multifattoriale: è generata da una combinazione di diversi fattori, come sovrappeso, sedentarietà, eccesso di sodio nella dieta, consumo di alcol e stress. Ma non solo: può essere causata anche da fattori genetici, metabolici (es. resistenza insulinica) o neuroendocrini (es. alterazioni del RAAS).
Si sviluppa in modo graduale ed è spesso asintomatica fino all’insorgenza di danni agli organi bersaglio.
Ipertensione secondaria
Meno frequente (5-10% dei casi), è causata da patologie specifiche:
- patologie renali: malattie croniche, stenosi dell’arteria renale, rene policistico;
- disturbi endocrini: ipertiroidismo, feocromocitoma, iperparatiroidismo, sindrome di Conn;
- cause vascolari: vasculiti, coartazione dell’aorta;
- farmaci: corticosteroidi, anticoncezionali orali, FANS, alcuni antidepressivi;
- apnee notturne;
- preeclampsia gravidica.
Identificare la causa consente spesso di normalizzare i valori pressori.
Sovrappeso e obesità
Si parla di sovrappeso e obesità quando il peso corporeo supera i limiti considerati salutari rispetto all’altezza.
Il sovrappeso è una condizione intermedia tra normopeso e obesità, quest’ultima caratterizzata da un eccesso ponderale con rischi significativi per la salute.
Indice di Massa Corporea (BMI)
BMI = peso (kg) / altezza² (m²)
Secondo l’OMS:
- Normopeso: 18,5 – 24,9
- Sovrappeso: 25 – 29,9
- Obesità: ≥ 30
- Grado 1: 30 – 34,9
- Grado 2: 35 – 39,9
- Grado 3 (grave o patologica): ≥ 40
Il BMI indica il rischio cardiovascolare, anche se non distingue massa magra da grassa.
Circonferenza vita
Valori soglia per aumento rischio cardiovascolare:
- Uomini: >94 cm (aumentato), >102 cm (sostanzialmente aumentato)
- Donne: >80 cm (aumentato), >88 cm (sostanzialmente aumentato)
Rapporto vita-fianchi
0,9 negli uomini e >0,85 nelle donne = maggiore rischio cardiovascolare.
Bioimpedenziometria (BIA)
Valuta la resistenza dei tessuti al passaggio di una corrente elettrica a bassa intensità.
Fattori di rischio di obesità e sovrappeso
Non si tratta solo di dieta scorretta. Tra i principali fattori di rischio:
- sedentarietà
- genetica e metabolismo
- stress, ansia, disturbi alimentari
- condizioni ormonali (es. ipotiroidismo)
- uso prolungato di cortisonici
Sovrappeso e ipertensione: il legame fisiopatologico
- Aumento del volume ematico
Più massa = più tessuto da irrorare = cuore più sollecitato = pressione più alta. - Attivazione del RAAS
Il grasso produce componenti attivi del RAAS, che causano:
- vasocostrizione
- ritenzione di sodio e acqua
- rimodellamento vascolare e cardiaco
- Disfunzione endoteliale
Ridotta produzione di ossido nitrico (vasodilatatore), quindi aumento della pressione. - Resistenza insulinica e iperinsulinemia
L’insulina in eccesso favorisce vasocostrizione e ritenzione idrosalina. - Infiammazione cronica
Il grasso produce citochine pro-infiammatorie → danni vascolari e rigidità arteriosa. - Apnee ostruttive del sonno (OSA)
Ipossia notturna → attivazione del simpatico → aumento della pressione anche di giorno.
Combinazione di sovrappeso e ipertensione: i rischi per la salute
Rischio cardiovascolare
Raddoppia (o più) nei soggetti con entrambe le condizioni. Aumenta il rischio di:
- infarto
- ictus
- insufficienza cardiaca
- fibrillazione atriale
Danno d’organo
Renale, oculare (retinopatia), cerebrale (demenza vascolare).
Complicanze metaboliche
- resistenza insulinica
- diabete tipo 2
- dislipidemie (↑LDL, ↓HDL, ↑trigliceridi)
Diagnosi e monitoraggio
Mai basarsi su una singola misurazione. Serve monitoraggio costante.
In caso di obesità, può essere utile ABPM (monitoraggio 24 ore).
Attenzione anche a OSA.
Quando rivolgersi al medico
Quando si rilevano valori elevati più volte, o in presenza di:
- cefalea frequente
- affaticamento
- acufeni
- palpitazioni
- disturbi visivi
Trattamento
Stili di vita
- Alimentazione
- DASH: frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre, poco sodio
- Mediterranea: olio d’oliva, vegetali, pesce, poca carne rossa
- Attività fisica
150 min/sett. di attività aerobica + potenziamento muscolare.
Preferibile a basso impatto per chi ha problemi articolari. - Stop fumo e alcol
Entrambi aumentano il rischio ipertensivo e cardiovascolare. - Gestione stress
Tecniche di rilassamento efficaci.
Farmaci
Solo se lo stile di vita non basta. Opzioni:
- diuretici
- beta-bloccanti
- ACE-inibitori / sartani
- calcio-antagonisti
Strategie preventive
Servono interventi trasversali: educazione, scuola, lavoro, sistema sanitario.
Fondamentale promuovere attività fisica, screening, accesso equo alle cure.
Le fasce socio-economiche svantaggiate sono più esposte. Serve un approccio intersettoriale.
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