Obesità: perché è una malattia e non solo una condizione fisica
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità rappresenta una delle principali sfide sanitarie del nostro tempo. Non si tratta semplicemente di un problema estetico o di una questione di forza di volontà, ma di una vera e propria malattia cronica, riconosciuta da importanti enti sanitari internazionali.
Ma perché l’obesità è classificata come una malattia? E quali implicazioni ha sul piano fisico, psicologico e sociale?
Che cos’è l’obesità: definizione e classificazione clinica
L’obesità è una condizione caratterizzata da un accumulo anomalo o eccessivo di tessuto adiposo, che può compromettere la salute. Viene generalmente diagnosticata tramite il calcolo del BMI (Body Mass Index), ossia l’indice di massa corporea. Un BMI uguale o superiore a 30 indica obesità, mentre valori tra 25 e 29,9 indicano sovrappeso.
Il BMI rappresenta solo un punto di partenza. Per avere un quadro clinico completo, i medici considerano anche la distribuzione del grasso corporeo, il rapporto vita/fianchi e la presenza di altre patologie come diabete, ipertensione e sindrome metabolica. Inoltre, nuovi strumenti diagnostici come la bioimpedenziometria o la densitometria corporea (DEXA) permettono di valutare con maggiore precisione la composizione corporea.
Una valutazione medica approfondita è quindi essenziale per stabilire la reale gravità dell’obesità e il piano terapeutico più adeguato per ogni singolo paziente.
Perché l’obesità è una malattia cronica e non solo un sintomo
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’American Medical Association e numerose altre autorità scientifiche internazionali riconoscono l’obesità come una malattia cronica multifattoriale, simile per complessità a patologie come il diabete di tipo 2 e l’ipertensione.
L’obesità, infatti:
- richiede un trattamento medico continuativo;
- impone strategie di prevenzione, diagnosi precoce e gestione clinica mirata;
- deriva dall’interazione di fattori genetici, biologici, ambientali e psicologici.
Secondo uno studio pubblicato su Nature Genetics, sono state individuate oltre 300 varianti genetiche associate all’obesità, che regolano aspetti cruciali come l’appetito, il metabolismo basale e la risposta agli alimenti. Tuttavia, non sono solo i fattori genetici a incidere: l’ambiente obesogenico (caratterizzato da facile accesso a cibi ipercalorici e da uno stile di vita sedentario) svolge un ruolo chiave nella crescente diffusione dell’obesità a livello mondiale.
L’obesità è anche una malattia psicologica?
È innegabile il forte legame tra obesità e salute mentale. In molti casi, disturbi come ansia, depressione, stress cronico e traumi emotivi contribuiscono all’aumento di peso e, viceversa, l’obesità stessa può causare disagio psicologico, isolamento sociale e problemi di autostima. Per questo motivo, i percorsi di cura dell’obesità spesso includono anche il supporto psicologico.
Le patologie che causano o aggravano l’obesità
Non sempre l’obesità è causata da cattive abitudini alimentari o sedentarietà. In molti casi è una conseguenza di altre malattie, o di trattamenti farmacologici, che influenzano metabolismo, ormoni e comportamenti.
Tra le principali patologie che possono contribuire all’obesità troviamo:
- Ipotiroidismo: rallenta il metabolismo e favorisce l’aumento di peso anche con un’alimentazione normale.
- Sindrome di Cushing: eccesso di cortisolo, legato a tumori ipofisari o surrenalici, che porta a obesità tronco-centrale.
- Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): condizione ormonale che colpisce le donne in età fertile e favorisce l’aumento di peso addominale.
- Sindrome di Prader-Willi: rara malattia genetica che provoca fame insaziabile fin dall’infanzia.
- Disturbi del sonno: in particolare le apnee notturne, che influenzano negativamente gli ormoni della fame.
- Disturbi dell’umore: come depressione e ansia cronica, che alterano i comportamenti alimentari.
In tutti questi casi, l’obesità è una conseguenza e non la causa primaria. È importante parlarne con il proprio medico per identificare eventuali cause sottostanti e avviare gli esami diagnostici più adatti.
Anche l’utilizzo prolungato di alcuni farmaci (ad esempio antidepressivi, antipsicotici o corticosteroidi) può contribuire all’incremento di peso.
Conseguenze sessuali e ormonali: obesità e calo del desiderio
Tra le conseguenze meno discusse ma frequenti dell’obesità, c’è il calo del desiderio sessuale. Questo può dipendere da:
- squilibri ormonali (es. calo di testosterone o estrogeni);
- riduzione della circolazione sanguigna, essenziale per la risposta sessuale;
- bassa autostima e disagio psicologico, che impattano sulla vita intima.
Obesità e rischio di malattie gravi
L’obesità è un importante fattore di rischio per molte malattie potenzialmente gravi:
- diabete di tipo 2
- ipertensione arteriosa
- malattie cardiovascolari
- apnee ostruttive del sonno
- alcuni tumori (colon, seno, utero)
- artrosi e problemi articolari
- steatosi epatica non alcolica
Secondo dati recenti dell’OMS, l’obesità è associata ad almeno 13 tipi diversi di cancro. Inoltre, aumenta il rischio di mortalità prematura in modo proporzionale al valore del BMI.
Trattare l’obesità: un percorso terapeutico integrato
L’obesità è una malattia cronica e non può essere affrontata con soluzioni rapide o diete improvvisate. È necessario un approccio multidisciplinare e personalizzato, che includa:
- educazione alimentare con piani equilibrati
- attività fisica regolare
- supporto psicologico
- farmaci anti-obesità approvati (es. GLP-1 agonisti)
- chirurgia bariatrica nei casi severi (sleeve gastrectomy, bypass gastrico)
Il primo passo è sempre consultare il proprio medico di base, che potrà indirizzare verso gli specialisti più adatti: dietologi, endocrinologi, psicologi, chirurghi bariatrici.
Prevenzione: agire prima che diventi una patologia
Prevenire l’obesità è fondamentale per ridurre il rischio di patologie croniche e migliorare la qualità della vita. Una buona strategia preventiva deve agire su più livelli:
- promuovere l’educazione alimentare fin dall’infanzia
- incentivare l’attività fisica nella vita quotidiana
- coinvolgere famiglie e comunità in scelte salutari
L’obesità è una malattia da affrontare con consapevolezza
Definire l’obesità come malattia non è un’etichetta negativa, ma un riconoscimento della sua complessità. Serve per ridurre lo stigma e promuovere trattamenti validi, scientifici e personalizzati.
Se soffri di obesità o sovrappeso, parlane con il tuo medico di base. Solo attraverso un’azione consapevole e condivisa possiamo affrontare questa sfida globale.