Tiroide e freddo: quando l’intolleranza al freddo è un segnale

Tiroide e freddo: quando l’intolleranza al freddo è un segnale

L’intolleranza al freddo non è solo un fastidio stagionale. Se diventa costante e si percepisce freddo anche in ambienti normalmente confortevoli o durante stagioni più miti, potrebbe essere avere una causa medica. 

Tiroide e freddo, infatti, sono strettamente collegati e comprendere questa relazione può aiutare a identificare potenziali problemi di salute. 

Tiroide e freddo: quale legame? 

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo. Nonostante le sue dimensioni regola il sistema endocrino attraverso la produzione di più ormoni, come T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina). Questi ormoni hanno il compito di regolare numerose funzioni vitali del nostro organismo, tra cui il metabolismo, il battito cardiaco, il peso corporeo, il livello di energia e la regolazione della temperatura corporea.

Se la tiroide funziona correttamente, anche la termoregolazione non avrà problemi e il corpo riuscirà a mantenere costante la temperatura interna, adattandosi all’ambiente esterno. Se la tiroide presenta delle alterazioni e, in particolare, in presenza di ipotiroidismo, il metabolismo rallenta e il corpo fatica a produrre calore, dando vita ad una costante sensazione di freddo.

Ipotiroidismo: cosa succede quando la tiroide non produce abbastanza ormoni

L’ipotiroidismo è  quella condizione in cui la tiroide produce quantità insufficienti di ormoni. Colpisce soprattutto donne, dopo i 40 anni. Le cause possono essere autoimmuni, come nel caso della tiroidite di Hashimoto, iatrogene, a seguito di interventi chirurgici oppure idiopatiche.

I sintomi dell’ipotiroidismo non sono sempre evidenti fin dall’inizio, ma tendono ad essere graduali e ad essere sottovalutati o confusi con altre condizioni. Tra i più comuni vi sono sensazione persistente di freddo, stanchezza cronica, aumento di peso non giustificato, cute secca e capelli fragili, umore instabile, depressione, brachicardia, irregolarità mestruali, difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, stipsi e gonfiore al viso.

Sempre freddo: cause più comuni

La causa principale della sensazione costante di freddo è legata alla tiroide e alla sua funzione di termoregolazione. Il metabolismo rallenta e si riduce la produzione di calore a livello cellulare.

L’ipotiroidismo però non è l’unica causa. Possono esserci anche altre origini meno frequenti come:  

  • Anemia: la carenza di ferro riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno, causando freddolosità.
  • Problemi circolatori: se vi sono problemi nella circolazione periferica, si percepisce maggiormente il freddo.
  • Sottopeso: questo accade perché il grasso funge da isolante termico.
  • Disturbi ormonali: oltre all’ipotiroidismo, anche squilibri degli ormoni sessuali o dell’insulina possono interferire con la termoregolazione.
  • Stress prolungato: può influenzare la regolazione ormonale e la circolazione.

Tiroide e regolazione della temperatura

In condizioni normali l’organismo mantiene la temperatura corporea interna intorno ai 36,5-37°C, indipendentemente dalle condizioni esterne. Questo è possibile grazie alla termogenesi, ovvero la produzione di calore. È possibile distinguere due tipi di termogenesi:

  • termogenesi obbligatoria: è quella associata al metabolismo basale e agli ormoni tiroidei
  • termogenesi facoltativa: è quella attivata in risposta al freddo. 

Per entrambi i tipi di termogenesi, la tiroide svolge un ruolo fondamentale, stimolando il metabolismo basale e attivando la termogenesi nel grasso bruno. Quando si è in presenza di ipotiroidismo, il grasso bruno è meno attivo, con la conseguente produzione inferiore di calore. 

Diagnosi e valutazione 

Per collegare la sensazione persistente di freddo a problemi tiroidei è necessaria una valutazione medica completa. Il primo passo consiste solitamente nel dosaggio dell’ormone TSH, il marker più sensibile per identificare disfunzioni tiroidee. Valori elevati di TSH suggeriscono un ipotiroidismo, mentre valori bassi possono indicare ipertiroidismo.

Possono essere valutati anche i dosaggi di T4 libero e T3 libero, per una valutazione più completa della funzione tiroidea. In alcuni casi, potrebbero essere richiesti anche test per gli anticorpi tiroidei anti-TPO e anti-TG, necessari per valutare condizioni autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto. 

Trattamento e gestione dell’intolleranza al freddo 

In caso di ipotiroidismo confermato, il trattamento è solitamente rappresentato dalla terapia sostitutiva con levotiroxina, un ormone sintetico simile alla tiroxina naturale. 

Questo andrà a ripristinare i normali livelli ormonali, riducendo anche i sintomi legati al freddo. Il dosaggio della levotiroxina deve essere personalizzato e monitorato costantemente dell’endocrinologo. 

Oltre al trattamento farmacologico, i pazienti possono adottare anche altre strategie per gestire l’intolleranza al freddo, come indossare abiti a strati, seguire un’alimentazione equilibrata, mantenere una temperatura ambiente confortevole, fare attività fisica in modo regolare per stimolare la termogenesi, gestire lo stress per limitare le interferenze del cortisolo nel metabolismo e prestare particolare attenzione alla protezione di mani e piedi, generalmente le parti più colpite dal freddo. 

Fattori di rischio 

Vi sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare problemi tiroidei legati poi alla sensibilità al freddo. Tra questi ve ne sono molti non modificabili come l’età avanzata, il sesso femminile, la storia familiare di malattie tiroidee, alcune condizioni autoimmuni e l’esposizione a radiazioni. 

Anche se non sempre è possibile prevenire disfunzioni tiroidee, mantenere uno stile di vita sano può aiutare nel supportare la funzione tiroidea. Un’alimentazione equilibrata con quantità adeguate di iodio, selenio e altri nutrienti essenziali può essere un valido aiuto per la salute della tiroide.