Bulimia nervosa: sintomi, diagnosi e percorsi di guarigione
La bulimia nervosa è uno dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) più diffusi nel nostro tempo. Presente in tutto il mondo, ha un’incidenza maggiore tra adolescenti e giovani adulti, soprattutto di sesso femminile. Questo disturbo cela una profonda sofferenza psicologica e pesanti conseguenze fisiche.
Bulimia nervosa: cos’è
La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un ciclo di abbuffate compulsive, durante le quali si consumano enormi quantità di cibo in pochissimo tempo, seguite da sensi di colpa, vergogna, sensazione di perdita di controllo. Questi episodi sono seguiti da comportamenti compensatori come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi e/o diuretici, digiuno prolungato o esercizio fisico eccessivo.
Spesso è un disturbo difficile da riconoscere perché, contrariamente all’anoressia nervosa, le persone con bulimia nervosa tendono a mantenere un peso corporeo nella norma o leggermente superiore. Se non adeguatamente trattato, il disturbo può persistere per anni, alternando periodi di remissione a fasi di acutizzazione dei sintomi.
I sintomi della bulimia
Riconoscere i sintomi della bulimia è fondamentale per poter procedere ad un intervento precoce ed efficace in grado di restituire un rapporto sano con il cibo.
Sintomi comportamentali
Il primo sintomo comportamentale è anche il più caratteristico del disturbo ed è rappresentato dalle abbuffate compulsive, durante le quali la persona vengono consumate in poco tempo grandi quantità di cibo, spesso in solitudine e con la sensazione di aver perso il controllo.
Questi episodi sono seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi o diuretici.
Un altro segnale è costituito da un’eccessiva attenzione al peso corporeo o alla forma del corpo, il voler seguire diete estremamente rigide alternate da abbuffate, l’accumulo segreto di cibo, il consumo di pasti in solitudine e il praticare esercizio fisico eccessivo e compulsivo.
Sintomi fisici
A livello fisico i sintomi sono soprattutto il risultato dei comportamenti compensatori ripetuti.
Il vomito frequente causa erosione dello smalto dentale a causa degli acidi gastrici, gonfiore delle ghiandole salivari, infiammazione della gola e alitosi. Le mani possono presentare cicatrici o abrasioni sulle nocche dovuti all’induzione del vomito, il cosiddetto segno di Russell.
L’uso cronico di lassativi, invece, può provocare dipendenza fisica e disidratazione o squilibri elettrolitici.
Altri sintomi includono irregolarità mestruali o amenorrea, stanchezza, crampi muscolari, gonfiore o dolore addominale frequente.
Sintomi psicologici
Dal punto di vista psicologico, la bulimia si accompagna a sensi di colpa e di vergogna per le abbuffate. Chi ne soffre sviluppa spesso una bassa autostima con pensieri ossessivi sul cibo e il controllo del peso, depressione, ansia, disturbi dell’umore, impulsività e difficoltà a gestire lo stress.
La diagnosi di bulimia: quando intervenire
Una corretta diagnosi di bulimia è essenziale per intraprendere un percorso di cura efficace. Secondo i criteri diagnostici internazionali, la bulimia nervosa viene diagnosticata da uno specialista in psichiatria o psicologia, con l’ausilio di test diagnostici specifici (come il Eating Disorder Examination, EDE) e attraverso l’analisi della storia clinica del paziente.
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), i criteri diagnostici della bulimia includono:
- abbuffate che avvengono almeno una volta a settimana per almeno tre mesi
- comportamenti compensatori inappropriati e ricorrenti
- bassa autostima a causa della percezione del proprio corpo.
I rischi della bulimia
I rischi di bulimia sono tantissimi e possono compromettere seriamente la salute complessiva, sia nel breve che nel lungo termine. A causa della ciclicità di abbuffate e comportamenti compensatori, il corpo viene costretto ad uno stress continuo che genera squilibri molto pericolosi.
Squilibri elettrolitici
Gli squilibri elettrolitici sono la causa principale delle complicanze cardiovascolari. Possono causare aritmie cardiache, ipotensione e compromettere la funzione cardiaca.
Problemi gastrointestinali
Il vomito autoindotto e frequente può causare esofagite, gastrite, reflusso gastroesofageo e ulcere gastriche. In casi estremi, è possibile anche una rottura gastrica o esofagea.
L’uso cronico di lassativi, invece, può portare a dipendenza fisica, atonia intestinale permanente e gravi squilibri idroelettrolitici.
Danni dentali
L’acido gastrico del vomito erode lo smalto dentale, causando carie, sensibilità dentale estrema e possibili perdite dentali.
Complicanze psicologiche
Da un punto di vista psicologico, le complicanze possono essere tantissime. La principale è un elevato rischio di depressione e pesanti disturbi d’ansia. I soggetti affetti da bulimia tendono ad isolarsi, ad avere difficoltà relazionali con ripercussioni anche in ambito lavorativo o scolastico. Spesso è presente anche un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) soprattutto verso il cibo attraverso la creazione di appositi rituali che, se non rispettati, creano un pesante stato di stress.
Anche il rischio suicidario e l’autolesionismo è particolarmente elevato.
Le dipendenze da alcol, droghe o farmaci accompagnano non in rari casi la diagnosi di bulimia nervosa.
La psicologia alimentare nella bulimia
Nella bulimia il ruolo della psicologia alimentare è fondamentale per un giusto percorso di cura. Il cibo è infatti uno strumento disfunzionale per gestire emozioni difficili, stress e conflitti interiori.
La psicologia alimentare, nello specifico, è un approccio terapeutico che mira a indagare e risolvere le dinamiche emotive e cognitive alla base della relazione disfunzionale con il cibo.
Meccanismi psicologici
Le abbuffate rappresenta spesso un’anestesia a ciò che si sente. Sono un sollievo temporaneo e illusorio da ansia, depressione, noia o conflitti interpersonali. Tuttavia, questo effetto svanisce molto presto e pochi attimi dopo ci si ritrova a dover fronteggiare quello che viene percepito come l’ennesimo fallimento: la perdita di controllo. Da qui nascono sensi di colpa e vergogna che danno vita ai comportamenti compensatori per “riprendere il controllo” su quanto fatto.
Approcci terapeutici
Il percorso di cura della bulimia richiede un approccio multidisciplinare.
Terapia psicologica
Nell’ambito della psicologia alimentare sono diversi gli approcci terapeutici alla bulimia. La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta il gold standard per il trattamento. L’obiettivo è quello di interrompere il ciclo abbuffata-compensazione, promuovere strategie di gestione dello stress e delle emozioni.
Approcci innovativi includono la terapia dialettico-comportamentale per migliorare la regolazione emotiva e la mindfulness per sviluppare una relazione più consapevole con il cibo e le emozioni.
Supporto medico e nutrizionale
Il monitoraggio medico è essenziale per gestire le complicazioni fisiche. Un nutrizionista specializzato, invece, è essenziale per sviluppare un rapporto sano con il cibo attraverso un percorso di educazione nutrizionale.
Superare la bulimia
Superare la bulimia è possibile. È un disturbo complesso ma trattabile con il giusto percorso.
La guarigione è possibile attraverso un intervento specialistico tempestivo e un supporto continuativo. Per fare tutto ciò è necessario che parlare di disturbi alimentari non sia un tabù e che non sia più motivo di vergogna.
La comprensione della psicologia alimentare sottostante, il riconoscimento precoce dei sintomi della bulimia, una diagnosi di bulimia accurata sono i passi fondamentali verso la guarigione. Con i giusti professionisti, tempo, impegno e supporto, è possibile guarire la relazione con il cibo e quindi con se stessi, il proprio corpo e le emozioni.
1 thought on “Bulimia nervosa: sintomi, diagnosi e percorsi di guarigione”
Comments are closed.