Tirzepatide: cosa sapere su Mounjaro

Tirzepatide: cosa sapere su Mounjaro

Negli ultimi anni sono stati tantissimi i passi in avanti nel trattamento medico del diabete di tipo 2 e dell’eccesso del peso corporeo, 

Il tirzepatide, commercializzato con il nome di Mounjaro, rappresenta una delle più significative innovazioni. Si tratta di un farmaco innovativo, sviluppato  inizialmente per il trattamento del diabete di tipo 2, ma che ha dimostrato anche importanti benefici nella perdita di peso. 

Cos’è il tirzepatide

Il tirzepatide è una molecola che agisce come un agonista del recettore del GLP-1 (glucagon-like peptide-1) e del GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide). 

Questi due ormoni incretinici sono coinvolti nella regolazione della glicemia e del metabolismo:  modulano, infatti, la risposta dell’organismo al glucosio dopo i pasti, aumentando la secrezione di insulina, rallentando lo svuotamento gastrico e riducendo l’appetito. A differenza di altri farmaci che agiscono solo sul GLP-1, la tirzepatide stimola anche il GIP, potenziando così l’efficacia sul controllo glicemico e sulla perdita di peso. Il risultato è un controllo glicemico superiore e una significativa perdita di peso. 

Sviluppato da Eli Lilly and Company, questo farmaco è stato approvato dalla FDA nel 2022 per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 negli adulti. 

Mounjaro: la sua efficacia

Diversi studi clinici su Mounjaro hanno dimostrato ottimi risultati sia nel controllo del diabete che nella perdita di peso. I pazienti trattati con tirzepatide hanno mostrato riduzioni significative dell’emoglobina glicata (HbA1c), con molti che hanno raggiunto gli obiettivi glicemici raccomandati.

Per quanto riguarda la perdita di peso, i pazienti hanno perso in media dal 15% al 22% del loro peso corporeo iniziale. Questa efficacia ha portato alla valutazione del farmaco anche come trattamento specifico per l’obesità.

Tirzepatide per dimagrire: nuove prospettive nel trattamento dell’obesità

Nonostante sia stato approvato inizialmente per il trattamento del diabete, è emerso che il farmaco favorisce la perdita di peso in modo efficace. 

Questo accade attraverso diversi meccanismi: 

  • il rallentamento dello svuotamento gastrico aumenta il senso di sazietà
  • la regolazione degli ormoni intestinali riduce l’appetito
  • l’effetto sui centri dell’appetito nel cervello contribuisce a diminuire l’assunzione di cibo. 

Numerosi studi clinici, tra cui i trial SURMOUNT, hanno dimostrato che pazienti trattati con tirzepatide hanno perso fino al 20% del peso corporeo ( https://www.pharmastar.it/news/diabete/obesit-con-tirzepatide-perdita-di-peso-del-13-in-sei-mesi-nella-real-life-46880), un risultato paragonabile a quello raggiungibile con un intervento di chirurgia bariatrica. 

Mounjaro: come si assume

Il farmaco Mounjaro si presenta sotto forma di penna pre-riempita da somministrare tramite  iniezione sottocutanea una volta a settimana. Le dosi possono variare (2,5 mg, 5 mg, 7,5 mg, fino a 15 mg), a seconda della risposta del paziente e della tollerabilità.

L’iniezione può essere auto-effettuata nella coscia, nell’addome o nella parte superiore del braccio, preferibilmente nello stesso giorno della settimana. 

È importante seguire scrupolosamente le indicazioni del medico e non modificare la dose autonomamente.

Tirzepatide: effetti collaterali

Come ogni farmaco, anche il tirzepatide può causare effetti collaterali. I più comuni sono: 

  • disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito, diarrea, stipsi, dispepsia, eruttazione
  • riduzione dell’appetito, talvolta eccessiva 
  • reazioni nel sito d’iniezione, come arrossamento, prurito, gonfiore
  • affaticamento.

In rari casi possono verificarsi effetti collaterali più gravi, come pancreatite acuta, disturbi alla tiroide o problemi alla cistifellea.

Per chi è indicato il farmaco

La tirzepatide è indicata principalmente per pazienti con diabete di tipo 2 e pazienti con obesità o sovrappeso con altre patologie associate, come ipertensione o dislipidemia.

Controindicazioni 

Il tirzepatide non è, dunque, adatto a tutti i pazienti. È controindicato in caso di ipersensibilità al principio attivo o agli eccipienti, diabete di tipo 1, storia personale o familiare di carcinoma midollare della tiroide, e sindrome neoplastica endocrina multipla di tipo 2.

Da valutare con molta attenzione anche la situazione di pazienti con storia di pancreatite, malattie della cistifellea, gastroparesi diabetica grave o malattia renale avanzata. 

È sconsigliato, infine, alle donne in gravidanza o in allattamento. 

È importante sottolineare che ogni valutazione va effettuata solo da personale medico, informato della storia clinica del paziente, dei suoi obiettivi e delle sue aspettative. 

Il futuro del tirzepatide

La ricerca sul tirzepatide continua con sempre maggiori studi sulla sua efficacia e validità. Si tratta di un farmaco che rappresenta un’importante rivoluzione nel panorama terapeutico attuale sia nel campo del diabete che in quello dell’obesità. 

Tuttavia, come sempre, è bene sottolineare che nessun farmaco sostituisce uno stile di vita sano e che il suo utilizzo deve avvenire sempre sotto stretta supervisione medica, con un monitoraggio regolare.