Il glucosio: cos’è e come gestire la glicemia
Il glucosio è spesso associato a diabete, glicemia alta o perdita di peso, ma in pochi conoscono la sua funzione e la sua importanza per l’organismo. Si tratta di una delle molecole più importanti per l’intero funzionamento del corpo umano.
Glucosio: cos’è
Il glucosio è un tipo di zucchero semplice, chiamato anche monosaccaride, avente come formula molecolare C₆H₁₂O₆. Questa molecola ha l’importante compito di essere la principale fonte di energia per le cellule del nostro organismo, intervenendo anche in numerosi processi metabolici.
Viene ricavato dalla digestione dei carboidrati complessi presenti nel cibo e viene trasportato nel sangue verso tutti i tessuti dell’organismo.
La sua concentrazione nel sangue, nota come glicemia, viene regolata grazie a complessi meccanismi che coinvolgono soprattutto il pancreas e gli ormoni insulina e glucagone.
Metabolismo del glucosio
Il metabolismo glucidico coinvolge diversi organi. L’organo centrale coinvolto in questo processo è il fegato, una sorta di deposito di glucosio sotto forma di glicogeno. Se i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono, il fegato rilascia glucosio attraverso la glicogenolisi o ne produce di nuovo attraverso la gluconeogenesi.
Il secondo organo coinvolto nel metabolismo del glucosio è il pancreas che regola la glicemia attraverso le isole di Langerhans, che contengono le cellule beta produttrici di insulina e le cellule alfa che secernono glucagone.
L’insulina ha il compito di diminuire la concentrazione di glucosio nel sangue, facilitandone l’ingresso nelle cellule e promuovendo la sua conversione in glicogeno. Il glucagone, invece, ha il compito di stimolare la liberazione di glucosio dal fegato quando necessario.
Glucosio: a cosa serve
Capire a cosa serve il glucosio significa comprenderne davvero la sua importanza per tutto l’organismo.
Fornisce energia subito disponibile
È questa la funzione primaria del glucosio. Può essere definito il carburante principale per muscoli, cervello e altri organi. Tra i principali consumatori di glucosio nel corpo umano sicuramente vi è il cervello, che necessita di circa il 20% del glucosio totale dell’organismo.
È una riserva energetica
Un’assunzione in eccesso di glucosio porta al suo immagazzinamento sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli, da utilizzare in caso di fabbisogno energetico superiore rispetto alle riserve disponibili in quel momento. Quando queste riserve sono piene, l’eccesso di glucosio viene trasformato in grasso.
È coinvolto in reazioni metaboliche
Il glucosio svolge un importante ruolo anche in numerose reazioni metaboliche, attraverso l’azione dell’insulina e del glucagone, due ormoni fondamentali per mantenere stabile la glicemia.
Serve, inoltre, come substrato per la sintesi di altre molecole importanti, come aminoacidi non essenziali, acidi grassi e nucleotidi.
Glucosio alto: cosa significa
Il glucosio alto, meglio definito come iperglicemia, si verifica quando i livelli di glucosio nel sangue superano i valori considerati normali. I valori di riferimento per la glicemia a digiuno sono compresi tra 70 e 100 mg/dL, mentre dopo i pasti non dovrebbero superare i 140 mg/dL.
Le cause principali del glucosio alto possono essere un’alimentazione ricca di zuccheri e carboidrati raffinati; la sedentarietà, il sovrappeso o l’obesità, lo stress cronico, infezioni, alcuni farmaci come i corticosteroidi, disturbi endocrini o il diabete di tipo 1 o 2.
Il glucosio alto non va mai sottovalutato perché può provocare gravi danni alla salute complessiva dell’individuo, da problemi cardiocircolatori ai problemi renali.
Sintomi del glucosio alto
I sintomi della glicemia alta includono sete eccessiva (polidipsia), minzione frequente (poliuria), affaticamento, visione offuscata, lenta guarigione delle ferite., infezioni frequenti, perdita di peso inspiegabile. Riconoscere tempestivamente questi segnali aiuta ad ottenere una diagnosi precoce e un trattamento appropriato.
Perdita di peso e glicemia alta
Come visto, uno dei sintomi della glicemia alta è la perdita di peso improvvisa e inspiegabile. Questo accade perché il glucosio, pur essendo presente nel sangue in quantità elevate, non riesce a entrare nelle cellule a causa della mancanza (diabete di tipo 1) o della resistenza (diabete di tipo 2) all’insulina. In queste condizioni, dunque, il corpo inizia a utilizzare le riserve di grasso e muscolo per produrre energia. Questo provoca, dunque, un dimagrimento rapido e pericoloso.
Glicemia alta: misurazione e monitoraggio
La misurazione della glicemia può essere effettuata con un prelievo di sangue, che viene eseguito a digiuno. Questo esame può essere affiancato dalla misurazione dell’emoglobina glicata (HbA1c), che fornisce informazioni sui livelli medi di glucosio negli ultimi 2-3 mesi.
Può essere eseguito anche il test di tolleranza al glucosio orale (OGTT), chiamato anche curva glicemica o curva da carico orale di glucosio, per diagnosticare il diabete gestazionale e il prediabete. Questo test misura la capacità dell’organismo di gestire un carico di glucosio somministrato per via orale.
La glicemia alta può essere misurata anche attraverso un glucometro, un apparecchio portatile per uso domestico. Questo permette di monitorare anche a domicilio i livelli di glucosio. Vi sono poi sistemi di monitoraggio continuo attraverso sensori sottocutanei per pazienti diabetici. Questi dispositivi offrono informazioni in tempo reale sull’andamento glicemico.
Perdita di peso e controllo glicemico
In caso di glicemia alta in presenza di sovrappeso o obesità, la perdita di peso è uno degli interventi più efficaci per migliorare la situazione glicemica.
Questo perché il tessuto adiposo, soprattutto il grasso viscerale, produce sostanze che interferiscono con l’azione dell’insulina. Da non trascurare l’attività fisica che migliora la sensibilità insulinica per diverse ore dopo l’attività.
Dieta per la glicemia alta
Una dieta per la glicemia alta ha l’obiettivo di mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue, attraverso un apporto controllato e bilanciato dei carboidrati.
Preferire carboidrati a basso indice glicemico
L’indice glicemico (IG) misura la velocità con cui un alimento aumenta la glicemia. I cibi a basso IG rilasciano glucosio in modo più lento e costante, donando anche maggiore sazietà.
La fibra alimentare, inoltrem rallenta l’assorbimento del glucosio, contribuendo a stabilizzare i livelli glicemici post-prandiali. Tra i cibi consigliati vi sono i legumi, i cereali integrali, le verdure. Da evitare o limitare pane bianco, riso bianco, pasta non integrale, dolci, zucchero, bibite zuccherate e patate e mais.
Scegliere proteine e grassi buoni
Le proteine magre, contenute in alimenti come pollo, pesce, uova e i grassi insaturi, come olio extravergine di oliva, frutta secca, avocado, aiutano a rallentare l’assorbimento del glucosio.
Meglio piccoli pasti frequenti
Per tenere costante il livello di glucosio nel sangue è preferibile fare 5 piccoli pasti al giorno piuttosto che 2-3 pasti abbondanti.
Attenzione all’idratazione
Bere molta acqua aiuta i reni a eliminare l’eccesso di zucchero nel sangue.
Evitare gli eccessi
Anche cibi salutari, se consumati in porzioni molto abbondanti, possono causare iperglicemia. Una buona strategia potrebbe essere quella di riempire metà del piatto con verdure non amidacee, un quarto da proteine magre e un quarto da carboidrati complessi.
Una corretta gestione della glicemia per vivere meglio
La gestione del glucosio richiede un’attenzione particolare e il giusto equilibrio. Adottare uno stile di vita sano e corretto è la principale strategia di prevenzione.
Per chi già presenta alterazioni glicemiche, un approccio medico unito ad un’alimentazione sana, bilanciata e nutriente e un’attività fisica regolare e costante, può aiutare a raggiungere e mantenere un controllo glicemico ottimale. Oggi la ricerca continua nel campo del metabolismo glucidico promette nuove strategie terapeutiche e una migliore comprensione dei meccanismi alla base delle alterazioni glicemiche.
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