Aromatasi e obesità: il legame tra enzimi, ormoni e tessuto adiposo 

Aromatasi e obesità: il legame tra enzimi, ormoni e tessuto adiposo 

L’obesità sottende complessi meccanismi metabolici e ormonali. Tra i protagonisti di questa rete vi è l’enzima aromatasi, fondamentale per convertire androgeni in estrogeni e nel collegamento tra accumulo di grasso corporeo e squilibri ormonali. Capire la natura del legame tra aromatasi e obesità apre nuove prospettive terapeutiche. 

Aromatasi: cos’è 

L’aromatasi è scientificamente nota con il nome CYP19A1. Si tratta di un enzima appartenente alla famiglia del citocromo P450 e ha il ruolo di convertire gli androgeni in estrogeni, attraverso reazioni ossidative che trasformano il testosterone in estradiolo e l’androstenedione in estrone. 

Questo enzima non si trova solamente nelle gonadi, ma è presente anche nel cervello nel fegato e in numerosi tessuti periferici, come il tessuto adiposo. 

La presenza dell’aromatasi nell’adipe è molto rilevante nella condizione di obesità. La sua distribuzione non è uniforme: è più elevata nel grasso viscerale rispetto a quello sottocutaneo. 

Equilibrio testosterone ed estrogeni  

Il bilancio tra testosterone ed estrogeni è di estrema importanza per la salute metabolica, sessuale e psicologica. L’aromatasi gioca un ruolo cruciale in questo equilibrio perché in un corpo maschile sano, solo una piccola quantità di testosterone viene convertita in estrogeni, mentre in un corpo femminile sano l’aromatasi è essenziale per la produzione di estrogeni, soprattutto dopo la menopausa, quando le ovaie smettono di produrli.

Aromatasi e obesità

La relazione tra aromatasi e obesità è molto complessa e si autoalimenta. Il tessuto adiposo, infatti, è un vero e proprio organo endocrino attivo. Contiene aromatasi e partecipa alla regolazione ormonale attraverso la produzione di estrogeni. In presenza di obesità, il tessuto adiposo aumenta e, con esso, anche l’attività dell’aromatasi

Questo squilibrio è particolarmente evidente negli uomini obesi che, per effetto dell’iperattivazione dell’aromatasi, mostrano una femminizzazione del profilo ormonale che può manifestarsi clinicamente con ginecomastia, riduzione della libido e alterazioni della composizione corporea.

Aromatasi ed estrogeni

Il rapporto tra aromatasi-estrogeni in condizione di obesità assume rilevanza diversa tra uomini e donne. 

Nelle donne in post-menopausa, il tessuto adiposo sostituisce le ovaie nella produzione di estrogeni attraverso l’attività dell’aromatasi. L’eccesso di estrogeni, però, può portare all’aumento del rischio di tumori ormono-dipendenti, come il carcinoma mammario e endometriale.

L’eccessiva produzione di estrogeni negli uomini, invece, può favorire condizioni come ginecomastia. 

Aromatasi e testosterone

La relazione tra aromatasi e testosterone nell’obesità è particolarmente complessa negli uomini. L’iperattivazione dell’aromatasi nel tessuto adiposo determina una conversione accelerata del testosterone in estradiolo, con un calo notevole del testosterone circolante. Questo si traduce in perdita di massa muscolare, affaticamento, riduzione della libido, aumento del grasso corporeo e calo dell’umore.

Nelle donne, invece, può accentuare lo squilibrio estrogeni-progesterone.

Approccio terapeutico: inibitori aromatasi

Gli inibitori dell’aromatasi (AI – Aromatase Inhibitors) sono farmaci che bloccano l’attività dell’enzima aromatasi. 

Sono utilizzati soprattutto in caso di tumori ormono-dipendenti, come il carcinoma mammario estrogeno-positivo nelle donne in post-menopausa, o disturbi ormonali maschili, come l’ipogonadismo secondario. 

Non ci si limita, però, solo a questi casi. Capire il forte legame tra aromatasi e obesità ha portato anche allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per migliorare la qualità di vita dei pazienti obesi. 

Nell’obesità maschile, l’utilizzo di inibitori dell’aromatasi come l’anastrozolo o il letrozolo può contribuire a ripristinare l’equilibrio ormonale, aumentando i livelli di testosterone. Questi farmaci vanno, però, somministrati sotto stretto controllo medico per controllare gli eventuali effetti collaterali, come problemi cardiovascolari e alterazioni del metabolismo osseo.

Gli inibitori dell’aromatasi possono influenzare positivamente anche la composizione corporea, favorendo la riduzione della massa grassa e l’aumento di quella muscolare. 

Aromatasi e capelli: conseguenze estetiche 

Poco conosciuto, il legame tra aromatasi e capelli è molto rilevante, soprattutto nei contesti di alopecia androgenetica.

Negli uomini, infatti, un eccesso di testosterone può portare alla miniaturizzazione dei follicoli piliferi. L’aromatasi, invece, convertendo il testosterone in estrogeni, provocano un effetto protettivo sui follicoli.

Tuttavia, in caso di obesità o squilibri ormonali, questo processo viene alterato, favorendo la caduta dei capelli

Approcci terapeutici integrati

Oltre l’approccio farmacologico, nel corso del tempo sono stati sperimentati anche esistono anche approcci non farmacologici. 

Riduzione del grasso corporeo

La perdita di peso è il modo più efficace per ridurre l’attività dell’aromatasi, migliorando  l’equilibrio ormonale.

Alimentazione funzionale

Vi sono degli alimenti che possono aiutare nel mantenimento di un equilibrio dell’attività dell’aromatasi in modo naturale, come le crucifere, ricche di indolo-3-carbinolo, un composto che aiuta a bilanciare gli estrogeni, il tè verde, che contiene catechine che possono avere un effetto anti-aromatasi, curcuma e resveratrolo, con proprietà antinfiammatorie. 

Attività fisica regolare

L’esercizio fisico migliora la sensibilità insulinica, riduce l’infiammazione sistemica e aumenta il testosterone naturale.

Aromatasi, obesità e un equilibrio da ritrovare

L’obesità ha un impatto su moltissimi aspetti della salute dell’individuo, compresa la salute endocrina e l’aromatasi è un nodo chiave in questa rete.

Modulatore di estrogeni e testosterone, ha un ruolo anche nella fertilità, composizione corporea e persino salute mentale. L’obiettivo è quindi quello di ripristinare un equilibrio ormonale attraverso un approccio integrato che ha come fine il miglioramento della qualità di vita del paziente obeso.