Chetosi: cos’è e come funziona

Chetosi: cos’è e come funziona

La chetosi è un processo metabolico che si verifica quando l’organismo, in assenza di glucosio, inizia a bruciare i grassi per produrre energia. Andare in chetosi, quindi, significa spostare il proprio metabolismo dal consumo di carboidrati alla combustione dei grassi. 

Questo stato fisiologico è diventato oggi molto popolare, grazie alla notorietà raggiunta dalla dieta chetogenica

  1. Come funziona la chetosi

Per andare in chetosi, il corpo attraversa tre passaggi. 

  1. Deplezione del glicogeno: il corpo consuma le scorte di glucosio immagazzinate nei muscoli e nel fegato.
  2. Produzione di chetoni: il fegato inizia a trasformare il grasso in chetoni, che diventano la fonte alternativa di energia per le cellule del corpo.
  3. Adattamento metabolico: le cellule imparano a usare i chetoni come fonte primaria di energia.
  4. I chetoni

I chetoni o corpi chetonici sono le molecole prodotte dal fegato durante lo stato di chetosi. Circolando nel sangue e vengono utilizzati dalle cellule dell’organismo. I tre principali sono:

  1. β-idrossibutirrato (BHB): il più abbondante e stabile. 
  2. Acetoacetato: precursore del BHB e dell’acetone. 
  3. Acetone: viene principalmente eliminato attraverso la respirazione. 
  4. Come capire se si è in chetosi 

Quando si inizia una dieta chetogenica, in molti si chiedono quali sono i sintomi della chetosi. 

I sintomi variano da persona a persona e solitamente spariscono dopo qualche giorno. I più comuni sono:

  • alito che sa di frutta, dovuto all’espulsione dell’acetone attraverso il respiro 
  • riduzione dell’appetito
  • perdita di peso iniziale rapida, grazie alla riduzione delle riserve di glicogeno a acqua
  • maggiore diuresi
  • sapore metallico in bocca
  • leggera nausea o stanchezza (detta “keto flu”) nei primi giorni. In molti sperimentano stanchezza, mal di testa e irritabilità solitamente nei primi 3-7 giorni. 
  1. Dieta chetogenica 

La dieta chetogenica è il regime alimentare studiato per indurre lo stato di chetosi. È basata su  un’elevata assunzione di grassi (circa il 75%), accompagnata da una moderata quantità di proteine (circa il 20%) e un consumo molto basso di carboidrati (circa il 5%).

Tra gli alimenti solitamente inclusi nella dieta chetogenica vi sono avocado, olio di cocco, olio extravergine d’oliva, carne, pesce, uova,frutti di mare, latticini ad alto contenuto di grassi, verdure a basso contenuto di carboidrati, come zucchine, spinaci, frutta secca. Sono evitati carboidrati come pane, pasta, riso, dolci, legumi, patate e frutta.

  1. Chetosi nutrizionale e chetosi diabetica

Le chetosi non sono tutte uguali. È molto importante distinguere tra chetosi nutrizionale e chetoacidosi diabetica. 

Quando parliamo di chetosi nutrizionale parliamo di una condizione controllata, raggiunta volontariamente attraverso l’alimentazione e che presenta livelli moderati di chetoni nel sangue (0,5 – 3,0 mmol/L).

La chetoacidosi diabetica è, invece, una condizione medica molto pericolosa e potenzialmente letale. Si verifica in caso di diabete di tipo 1 e porta a una sovrapproduzione incontrollata di chetoni (oltre 10 mmol/L), con acidificazione del sangue.

  1. Chetosi e diabete

Se la chetoacidosi diabetica è una condizione estremamente pericolosa, si è visto come una chetosi nutrizionale controllata e seguita in ambito medico possa portare a numerosi benefici nei pazienti affetti da diabete di tipo 2. Migliorerebbe, infatti, la sensibilità all’insulina e il controllo glicemico.

Benefici della chetosi nutrizionale

La chetosi nutrizionale, se ben gestita e seguita da un professionista sanitario, può offrire numerosi benefici, tra cui: 

  • perdita di peso: il corpo brucia i grassi come carburante ed esaurisce le riserve di glicogeno 
  • maggiore controllo della fame: i chetoni hanno un effetto soppressivo sull’appetito
  • migliore concentrazione: molte persone che seguono una dieta chetogenica riferiscono di avere maggiore energia e una migliore concentrazione
  • controllo glicemico: utile per chi soffre di resistenza insulinica.

Occorre, tuttavia, precisare che non si tratta di un regime alimentare adatto a tutti indistintamente. In particolare non è indicata in gravidanza, allattamento e in presenza di determinati disturbi metabolici e alcune condizioni renali.