Reflusso gastroesofageo: cos’è, sintomi e trattamenti
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune in persone di tutte le età e con condizioni fisiche differenti. Spesso viene sottovalutato, ma talvolta può incidere negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Reflusso cos’è
Quando parliamo di reflusso gastroesofageo ci riferiamo ad una condizione caratterizzata dalla risalita anomala e involontaria del contenuto gastrico acido dallo stomaco verso l’esofago.
Normalmente questo non accade perché lo sfintere esofageo inferiore (LES), situato tra esofago e stomaco, agisce come una valvola che impedisce la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago. Il reflusso, dunque, è la manifestazione del malfunzionamento di questo meccanismo.
Il contenuto gastrico, molto acido, entra così in contatto con la mucosa esofagea che non riesce a proteggersi i modo efficace da queste sostanze aggressive. Quando il reflusso è una condizione continuativa può causare bruciore retrosternale (pirosi), rigurgito acido, tosse secca, difficoltà a deglutire, infiammazione, irritazione e, nei casi più gravi, danni all’esofago.
Nella maggior parte dei casi, il reflusso gastroesofageo si presenta in modo sporadico, soprattutto in occasione di pasti abbondanti o ricchi di grassi. Talvolta, però, può diventare una vera e propria malattia, la cosiddetta malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), una condizione cronica che richiede un trattamento specifico.
Cause del reflusso gastroesofageo
Le cause del reflusso gastroesofageo sono molte, a volte interconnesse o presenti contemporaneamente. Comprenderne i fattori scatenanti è fondamentale per avviare strategie preventive e terapeutiche efficaci.
Disfunzione dello sfintere esofageo
Si tratta della causa principale e più comune. Lo sfintere esofageo inferiore può essere ipotonico. In questo caso lo sfintere si rilassa in modo eccessivo, non svolgendo adeguatamente la funzione di “valvola”. Può accadere a causa dell’età, di anomalie congenite o di condizioni patologiche specifiche.
Ernia iatale
L’ernia iatale può essere causa di reflusso. È una condizione in cui una parte dello stomaco “scivola” attraverso il diaframma, alterando l’efficacia del meccanismo anti-reflusso.
Obesità e sovrappeso
Reflusso e obesità sono strettamente collegati. Il peso addominale in eccesso aumenta la pressione sullo stomaco, favorendo la risalita del contenuto gastrico.
Cattiva alimentazione
Anche l’alimentazione può incidere negativamente, favorendo il reflusso. Alcuni alimenti, ad esempio, rilassano lo sfintere esofageo, mentre altri aumentano la produzione di acido gastrico. Tra questi troviamo cibi piccanti, agrumi, pomodori, cioccolato, caffè, alcol e bevande gassate. Ma non soltanto i cibi. Consumare pasti abbondanti e rapidamente aumenta la pressione intragastrica, favorendo il reflusso.
Fumo
Il fumo riduce il tono dello sfintere esofageo e rallenta la digestione, facilitando il reflusso.
Altre abitudini scorrette
Abitudini come coricarsi subito dopo i pasti, indossare abiti troppo stretti o assumere determinate posture durante il sonno può favorire la comparsa del reflusso.
Gravidanza
I cambiamenti ormonali e la pressione dell’utero in crescita possono favorire il reflusso, soprattutto nel terzo trimestre.
Condizioni mediche
Alcune patologie possono predisporre al reflusso gastroesofageo. Il diabete, ad esempio, può compromettere la motilità gastrica, rallentando lo svuotamento dello stomaco.
Farmaci
Alcuni farmaci, come i calcio-antagonisti, i nitrati, alcuni antidepressivi e gli antiinfiammatori non steroidei, posso influenzare negativamente la funzionalità dello sfintere esofageo, aumentando la produzione di acido gastrico.
Sintomi del reflusso
I sintomi tipici del reflusso gastroesofageo tendono a peggiorare dopo i pasti, durante la notte o quando si è coricati. Includono:
- pirosi (bruciore retrosternale che dal petto si irradia fino alla gola)
- rigurgito acido o amaro
- dolore toracico non cardiaco
- disfagia (difficoltà nella deglutizione).
Vi sono anche dei sintomi detti atipici. Questi possono manifestarsi a livello respiratorio con tosse secca cronica, asma, raucedine o voce roca, sensazione di nodo alla gola, nausea, mal di gola ricorrente. A livello dentale, l’esposizione ripetuta all’acido gastrico può causare erosione dello smalto dentario.
Reflusso e obesità: un legame significativo
Come abbiamo visto, la relazione tra reflusso e obesità è molto significativa. L’eccesso di peso corporeo, specialmente la presenza di tessuto adiposo in sede addominale, aumenta il rischio di sviluppare reflusso gastroesofageo.
Vi è una doppia azione esercitata dal tessuto adiposo. A livello intra-addominale, può essere compromessa la normale funzionalità dello sfintere esofageo inferiore. A livello addominale, invece, il tessuto adiposo viscerale esercita una pressione meccanica sullo stomaco, favorendo la risalita del contenuto gastrico verso l’esofago. Inoltre, l’obesità è spesso associata a un rallentamento dello svuotamento gastrico.
In questi casi, dunque, la perdita di peso rappresenta un intervento terapeutico fondamentale per i pazienti obesi affetti da reflusso gastroesofageo.
Cura per reflusso gastrico
La cura per reflusso gastrico deve essere personalizzata in base alla severità dei sintomi, alla presenza di complicanze e alle caratteristiche individuali del paziente.
La cura per reflusso gastrico deve tener conto della causa, della cronicità della condizione, della severità dei sintomi e delle caratteristiche del paziente. Solitamente si basa su modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica e, in alcuni casi, interventi chirurgici.
Terapia farmacologica
Gli inibitori della pompa protonica (IPP) rappresentano il trattamento di elezione del reflusso gastroesofageo. Questi farmaci riducono significativamente la produzione di acido gastrico, permettendo la guarigione della mucosa esofagea infiammata. I più comuni includono omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo e esomeprazolo.
Vi sono poi gli H2-antagonisti come ranitidina e famotidina, che riducono la produzione di acido, e gli antiacidi, come bicarbonato di sodio, alginati, che neutralizzano l’acido gastrico.
Interventi chirurgici
In presenza di complicanze severe o quando la terapia farmacologica non fa effetto, può essere considerato l’intervento chirurgico. La fundoplicatio è un intervento chirurgico che rinforza lo sfintere esofageo inferiore. È indicato anche per chi ha complicanze come l’esofagite cronica o un’ernia iatale significativa.
Dieta per reflusso
La dieta per reflusso permette di ridurre significativamente la frequenza e l’intensità dei sintomi.
Alimenti da evitare
È consigliabile limitare o evitare del tutto alimenti che rilassano lo sfintere esofageo inferiore o aumentano l’acidità gastrica. Tra questi cibi grassi e fritti, cioccolato, menta, caffè, tè nero, bevande alcoliche, agrumi, pomodori, aglio, bevande gassata, spezie piccanti, salse acide.
Alimenti consigliati
Una dieta ricca di verdure non acide, cereali integrali, proteine magre come pollo, tacchino e pesce, può aiutare a ridurre i sintomi.
I latticini a basso contenuto di grassi, le banane, le mele e l’avena sono generalmente ben tollerati. Tisane rilassanti, come camomilla, malva, melissa, possono aiutare a neutralizzare l’eccesso di acido gastrico.
Strategie alimentari
Oltre alla scelta degli alimenti, è importante modificare le modalità di consumo dei pasti. Masticare lentamente, consumare pasti piccoli e frequenti può ridurre la pressione gastrica.
È fondamentale evitare di coricarsi entro 2-3 ore dai pasti principali.
Prevenzione e gestione
Affrontare il reflusso significa adottare un approccio integrato attraverso cambiamenti dello stile di vita, alimentazione consapevole e trattamento farmacologico. Comprenderne la causa, inoltre, può aiutare notevolmente all’identificazione del giusto approccio. In questo modo sarà possibile ridurre i sintomi fino alla scomparsa del disturbo e migliorare la qualità di vita del soggetto.