Psicologo e obesità: un legame essenziale nella perdita di peso
Obesità non è solo calorie, metabolismo e diete. Obesità vuol dire anche fare i conti con una forte componente psicologica, spesso sottovalutata.
Se spesso viene percepita come un problema puramente fisico, la realtà è che in un processo di perdita di peso la relazione tra psicologo e obesità è fondamentale per affrontare al meglio questa condizione per ritrovare un equilibrio nel rapporto con il cibo.
Obesità: una condizione complessa
L’obesità è una patologia particolarmente complessa da affrontare. La sua presenza nasconde spesso molte concause e la sua manifestazione è multifattoriale, coinvolgendo aspetti genetici, metabolici, ambientali e, in modo significativo, psicologici.
Lo stigma sull’obesità è ancora presente nella società attuale e i pazienti obesi si ritrovano molte volte ad affrontare solitudine, isolamento sociale, bassa autostima e depressione. Molti pazienti vivono anche un forte senso di colpa e frustrazione, a causa di insuccessi ripetuti nel perdere peso. Da non trascurare anche la componente emotiva del rapporto con il cibo, soprattutto quando questo viene utilizzato come mezzo di gestione delle proprie emozioni.
L’obesità presenta il più delle volte un circolo vizioso emotivo. Il cibo è un meccanismo di coping per gestire stress, ansia, depressione o traumi irrisolti. L’eccesso di peso conseguente genera ulteriore disagio psicologico che alimenta ansia, stress e depressione che vengono gestiti tramite il cibo. Interrompere questo ciclo è molto difficile senza un adeguato supporto professionale.
Il valore del supporto psicologico per perdere peso
Ricevere un supporto psicologico per perdere peso non vuol dire soltanto avere un aiuto per mantenere alta la motivazione o per migliorare il proprio autocontrollo.
Significa anche identificare e modificare in meglio i propri pattern comportamentali ed emotivi che contribuiscono al mantenimento dell’obesità.
Uno psicologo, infatti, lavorerà in primo luogo per identificare i trigger emotivi che portano al consumo eccessivo di cibo. Possono essere situazioni stressanti, stati d’animo particolari o ricordi traumatici. In questo modo si può lavorare per modificare questi pensieri disfunzionali trovando un’alternativa sana per gestire queste emozioni.
Cibo come regolatore emotivo
Per molti, il cibo è una valvola di sfogo, un modo per gestire emozioni difficili non gestibili in modo differente. A volte non si riesce a trovare il modo giusto per affrontare rabbia, tristezza, noia, stress, solitudine e il cibo funge da anestetico per mettere a sopire momentaneamente le emozioni negative.
Questa dinamica è alla base del cosiddetto emotional eating, o alimentazione emotiva, mangiando, quindi, non per un bisogno fisiologico ma in risposta ad un bisogno emotivo.
Questo meccanismo è però alla base di un complesso circolo vizioso: mangio per stare meglio → mi sento in colpa per aver mangiato in modo sregolato → mi punisco con restrizioni → accumulo frustrazione e vergogna → mangio per stare meglio…
La gestione emotiva del cibo è, quindi, un nodo centrale da affrontare in terapia, un aspetto delicato, ma fondamentale per il successo di qualsiasi percorso di dimagrimento.
Il terapeuta avrà il compito di insegnare tecniche specifiche per identificare i segnali di fame fisiologica e sazietà reale, distinguendoli dalle pulsioni emotive. Il tutto deve essere poi accompagnato da un percorso di apprendimento di strategie alternative per gestire le emozioni senza ricorrere al cibo.
Il percorso psicologico per dimagrire
Un percorso psicologico per dimagrire non ha uno schema fisso o step predefinito. Tutto varia adattandosi alla storia di ogni persona. Può essere un percorso individuale o di gruppo, può richiedere il supporto della famiglia o di una rete sociale prossima.
In genere, all’inizio di ogni percorso vi è una valutazione completa della storia del paziente, dei suoi pattern alimentari e delle sue motivazioni al cambiamento. Si ripercorrono gli eventi più significativi della propria vita e si verifica l’eventuale presenza di disturbi psicologici concomitanti, come disturbi del comportamento alimentare.
Durante il percorso vero e proprio lo psicologo lavorerà insieme al paziente affinché possa raggiungere consapevolezza ed equilibrio, in modo graduale, affrontando un problema alla volta e introducendo in modo sostenibile piccole nuove abitudini.
Ci si dà insieme degli obiettivi che sono sempre realistici e raggiungibili.
Strategie terapeutiche
Nel contesto del trattamento psicologico dell’obesità, vengono utilizzate diverse strategie terapeutiche evidence-based.
Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
Si tratta di uno degli approcci più utilizzati per lavorare su comportamenti legati all’alimentazione. Questo tipo di strategia terapeutica è molto utile per identificare pensieri sabotanti, gestire impulsi e abbuffate, sviluppare abitudini alimentari più consapevoli e prevenire le ricadute.
Mindful eating
La mindful eating, o alimentazione consapevole, aiuta i pazienti a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo, delle proprie emozioni e dei pensieri legati al cibo. In questo modo si presta maggiore attenzione al momento del pasto, rimanendo nell’attimo e vivendolo senza giudizio. Attraverso questa strategia terapeutica si impara a riconoscere la fame fisiologica da quella emotiva, riconoscere i segnali di sazietà e ascoltare il proprio corpo.
Disturbi del comportamento alimentare e obesità
In molti casi, l’obesità è legata a disturbi del comportamento alimentare (DCA), come:
- Disturbo da alimentazione incontrollata (BED): caratterizzato da abbuffate ricorrenti senza condotte compensatorie (come il vomito).
- Bulimia nervosa: abbuffate seguite da comportamenti compensatori.
- Night eating syndrome (NES): tendenza a mangiare in modo compulsivo durante la notte.
Soprattutto in questi casi, l’approccio psicologico è fondamentale per gestire al meglio il disturbo e creare un sano rapporto con il cibo. Il terapeuta lavorerà non solo sui sintomi alimentari ma anche sulla causa del disturbo, che potrebbe essere individuata in traumi, disturbi dell’umore e difficoltà relazionali.
L’importanza del supporto psicologico per perdere peso
A volte ci si rivolge allo psicologo per dimagrire solo dopo numerosi tentativi falliti, dopo diete, palestre, digiuni. In realtà per affrontare e sostenere un cambiamento radicale e profondo è necessario anche un lavoro interiore.
In questo caso sarò più sempre imparare a conoscersi, a conoscere il proprio corpo e i propri pensieri. Si imparerà ad interpretare i propri bisogni, ad affrontare ostacoli e ricadute, considerandoli come parte del percorso stesso. Tutto questo in funzione di un rapporto diverso, sano ed equilibrato con il cibo e con il proprio corpo. Si imparerà a sospendere il giudizio verso se stessi, accettandosi e guadagnando consapevolezza e guarigione.